Genova. L’ultima volta che qualcuno, informalmente, lo ha interpellato su una sua possibile candidatura alle elezioni regionali liguri, Paolo Comanducci si è schermito dicendo “per ora un lavoro ce l’ho” ma anche “se son rose fioriranno”. Il magnifico rettore dell’Università di Genova, però, è in scadenza di mandato nel prossimo mese di ottobre e, in questo 2020 dalla primavera anticipata chissà che le rose non possano fiorire all’inizio di marzo.
Il suo nome, messo in ombra (e al sicuro) da quello del giornalista Ferruccio Sansa e di altri potenziali candidati, è tornato prepotentemente di attualità nelle ultime ore. Un po’ perché lo stesso Sansa con l’articolo in cui si è scagliato contro il temporeggiare sull’alleanza M5s-Pd si sarebbe attirato l’ira di parte dei pentastellati. Un po’ perché, anche senza alleanza, il centrosinistra, o campo progressista, resta alla ricerca di un nome “civico” e autorevole come alternativa a una figura di partito come potrebbe essere, invece, Andrea Orlando.
Lo stesso Orlando, in un’intervista a Repubblica Genova, oggi, dice che nel momento in cui sarà decisa o meno l’alleanza con il Movimento 5 Stelle, il nome del candidato arriverà un minuto dopo. Certo, i rumors danno la consultazione degli iscritti su Rousseau all’inizio della prossima settimana, sempre che questa avvenga. Il nome di Comanducci, tuttavia, sarebbe gradito sia ai “grillini” sia al Pd.
L’altro segnale che non è passato inosservato, in queste ultime ore, è stato il modo in cui il rettore dell’ateneo ha cercato e ottenuto la ribalta sul tema Coronavirus. Domenica scorsa, qualche ora prima che la Regione uscisse dalla prefettura con l’ordinanza di prevenzione in mano, Comanducci aveva già deciso e comunicato la sospensione di lezioni ed esami all’Università per almeno una settimana. Il governatore Giovanni Toti non ha preso benissimo questa fuga in avanti, sicuramente per motivi amministrativi ma qualcuno è pronto a scommettere anche per questioni di evidenza mediatica.
Non solo. L’ufficio stampa dell’Università, solitamente non molto prolifico, si è premurato, lunedì mattina di chiarire come l’ateneo avesse messo assieme un team Covid19 per monitorare e predisporre eeventuali azioni a tutela dell’intera comunità. I membri di questa commissione, con l’esclusione dello stesso Comanducci, sono gli stessi infettivologi, medici e specialisti che collaborano con Alisa nell’ambito della task force Coronavirus.
Chi è. 68 anni, Ordinario di Filosofia del diritto alla facoltà di Giurisprudenza, è magnifico rettore dell’Università di Genova dall’aprile del 2014, quando era preside di Scienze sociali e per un pugno di voti sconfisse lo sfidante Aristide Massardo, al tempo preside di Ingegneria. L’ironia del caso: Massardo è uno degli altri nomi in ballo in fronte anti-Toti, più autocandidato che candidato, ma comunque ancora nei radar della coalizione per la capacità di unire le istanze ambientaliste, progressiste, l’attenzione al sociale e quella allo sviluppo economico. Inoltre con Massardo, Comanducci, giocò già al tempo la partita (vinta da Comanducci) del trasferimento di Ingegneria a Erzelli. Un processo ormai avviato ma che non potrà vedere la posa della prima pietra entro la fine del mandato da rettore.
Di certo a Comanducci, mai ufficialmente schierato da un punto di vista politico, ma vicino al centrosinistra e integrato nell’establishment economico cittadino, non mancherebbero né temi da campagna elettorale – rilancio dell’occupazione giovanile, digitalizzazione, attenzione al sociale – né le competenze da amministratore. Un doppio motivo per cui, qualcuno, in attesa che il M5s sveli i propri piani, starebbe iniziando ad annaffiare le rose.
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