Genova. Altre 48 ore di tempo, almeno o al massimo, a seconda dei punti di vista. “Almeno” per il Movimento 5 Stelle, che in queste ore sta sottoponendo al reggente Vito Crimi la volontà espressa domenica dall’assemblea degli iscritti al Cap e che demanda a una votazione sulla piattaforma Rousseau la decisione sull’alleanza con il centrosinistra in chiave elezioni regionali. “Al massimo” secondo il Pd e il Campo Progressista, che mordono il freno da almeno un mese e che, pur puntando ufficialmente alla più ampia delle coalizioni per sconfiggere il governatore uscente Toti, sono pronti a sfilarsi e presentare una loro soluzione “modello Emilia Romagna” che, nel caso, potrà piacere o meno a una sempre più ampia schiera di pentastellati delusi.
Tuttavia in via Maragliano, la sede genovese e ligure del Pd, si respira un moderato ottimismo. E’ vero che i segnali che arrivano dal M5S su metodo e tempi sono contrastanti ma l’impressione è che in un paio di giorni si arriverà al via libera alla consultazione e che, qualunque dovesse essere la forma del quesito, la volontà di procedere con l’alleanza sarà comunque abbastanza chiara da non lasciare spazio a ulteriori tentennamenti.
Tradotto: anche se il quesito su Rousseau dovesse suonare più o meno così: “Siete d’accordo ad avviare una trattativa con il Pd in vista di un’eventuale alleanza?”, il sì darebbe comunque il via libera a tavoli di confronto concreti e, se è vero che l’eventuale trattativa potrebbe essere condotta dalla stessa esponente del movimento contraria al ticket giallorosso, ovvero Alice Salvatore, in casa Pd sono convinti che – stando così le cose – sarebbe lei la prima a farsi da parte.
Il dialogo tra Campo Progressista e M5S, sotto traccia, è in fondo già iniziato, indipendentemente dalle pure dinamiche interne. Inevitabile che ci sia stato un contatto sui nomi, che restano quelli di Ferruccio Sansa, giornalista, e di Aristide Massardo, ex preside di Ingegneria. Anche se proprio su quest’ultimo è scattato in queste ultime ore un pressing da certa parte dei pentastellati. Anche perché, nel frattempo, Sansa – da subito disponibile a scendere in campo in nome del cambiamento – starebbe iniziando ad avere dei dubbi che questo possa accadere con un M5S che fatica a decidere e un centrosinistra che potrebbe volersi riposizionare come partito approfittando di un volto civico.
Nel frattempo non ci sono, d’altronde, segnali concreti di un avvicinamento di un nome che, sulla carta, avrebbe potuto accontentare sia i grillini sia i dem, quello di Alberto Maria Benedetti, giurista docente di diritti privato, membro laico del Csm ed ex presidente del Corecom.
Insomma, ancora attesa per conoscere il profilo di chi e che cosa sfiderà Giovanni Toti alle prossime regionali in Liguria. E a parte i manifesti del Pd apparsi in città sui temi di sanità e turismo, gli unici segnali di campagna elettorale su quel fronte arrivano dalle Sardine, pronte a scendere in piazza, a Certosa, questa domenica, proprio nel giorno in cui a Genova tornerà Matteo Salvini.