Genova. Ripartirà a marzo – salvo ulteriori imprevisti – il cantiere del nodo di San Benigno, l’opera destinata a risolvere una volta per tutte i problemi di congestione stradale tra il casello di Genova Ovest, il porto e l’asse di scorrimento lungomare Canepa-via Guido Rossa. Entro dieci giorni sarà firmato il contratto di affidamento tra Autostrade e Pavimental, società del gruppo Atlantia che subentrerà a Carena Costruzioni, fallita lo scorso ottobre.
Il via libera del ministero era arrivato il 22 novembre, per questo si contava di innestare la marcia già a gennaio. Invece si sono accumulati altri due mesi di ritardo che faranno salire il conto finale a ben cinque mesi di stop, una empasse che avrà inevitabili conseguenze sulla tabella di marcia: la consegna ora è prevista alla fine del 2022.
Cos’altro potrebbe fermare le ruspe dopo lustri di lungaggini (il primo progetto è del 2001)? La revoca della concessione ad Autostrade. Ipotesi che sembra essere sfumata dall’agenda del Governo dopo il tracollo del M5s in Emilia-Romagna, ma che incombe comunque su quello che è tecnicamente un investimento della società concessionaria. Se quel contratto verrà stracciato o annullato, i lavori andranno incontro a un blocco di altri mesi, in attesa che il nuovo gestore (presumibilmente Anas) se ne assuma gli obblighi. Nessun problema, invece, in caso di maxi multa o revisione della concessione.
A gravare sui tempi, però, saranno anche le due varianti progettuali chieste dal Comune e approvate nella conferenza dei servizi chiusa a fine 2019. La prima: la rampa da via Cantore alla Sopraelevata non sarà abbattuta. Quando Tursi provò a sperimentare la sua chiusura per qualche giorno, in città scoppiò la rivolta. La seconda, un intricato sistema di svincoli rialzati che permetta ai tir di entrare e uscire dal porto senza affrontare quella caotica rotatoria prevista dal progetto originario di fronte al varco Etiopia. Modifiche che hanno fatto lievitare del 30% il costo dell’opera (21,7 milioni di euro) e imposto un’ulteriore slittamento sul calendario.

In pratica il nodo è ancora tutto da costruire: lo stato di avanzamento dell’opera è fermo all’11%. I lavori riprenderanno da dove erano stati interrotti, in via di Francia. È lì che andrà realizzato il nuovo sistema di viadotti che porterà direttamente dalla Sopraelevata a lungomare Canepa senza doversi imbottigliare nella zona del Wtc. Del resto, senza il potenziamento di San Benigno avrebbe poco senso il piano della nuova viabilità portuale che si prefigge l’obiettivo di togliere 5mila tir dalle strade urbane. Il progetto tiene conto anche di un eventuale collegamento col tunnel sub-portuale, ipotesi che ogni tanto riemerge dal libro dei sogni ma che di fatto è sempre rimasta in astratto.
Per le maestranze ex Carena che lavoravano al nodo di San Benigno, quasi venti lavoratori, non ci sarà alcuna clausola sociale. Al momento si trovano tutti in cassa integrazione straordinaria, ma Pavimental ha già assunto alcuni impiegati e nei prossimi giorni potrebbe assorbire anche gli edili rimasti senza occupazione.