Genova. Un luogo dove conoscere le arti della tradizione, condividere sapere, imparare un mestiere e fare socialità. Con queste poche ma preziose parole si può provare a riassumere il mondo delle scuole vespertine, l’istituzione nata a Genova nell’800 ma che oggi rischia di dover chiudere.
Sì perché nonostante la tradizione secolare, sono sempre meno gli spazi messi a disposizione e gli insegnanti dedicati per questo: con il turn over ridotto all’osso, e con gli attuali ritmi di pensionamento, nel giro di pochi anni potrebbe essere la fine. La fine di una “visione” nata proprio sotto la Lanterna, per promuovere e permettere l’accesso all’istruzione alle donne del popolo, alle fanciulle e soprattutto alle lavoratrici: da qui il nome, che richiama appunto il “vespro”, cioè il tardo pomeriggio, il classico orario di fine giornata.
Oltre alle tradizionali materie d’insegnamento, da ricamo alla maglieria, dall’uncinetto al macramè, i corsi si sono tenuti al passo con i tempi, con il decoupage, la pittura materica, il cartonaggio e il riciclo creativo. Tanti saperi che possono diventare professione e fonte di guadagno e riscatto sociale, soprattutto in tempi come i nostri, dove la crisi economica continua a “mordere” le famiglie.
Le scuole vespertine negli ultimi anni hanno visto ridurre enormemente gli spazi, e quindi la prossimità di accesso per i cittadini: da tre scuole a una sola per municipio, con una conseguente riduzione delle iscritte. Dalle 581 del 2015 alle 454 del 2019, ma con alcuni dati in controtendenza: il calo si è fermato, è in alcuni municipi le iscrizioni sono riprese a salire, dimostrando che c’è richiesta.
“Imparare insieme ad altre persone è la cosa migliore – ci spiega una “alunna” delle vespertine di via Terpi – questo è un luogo dove si sta bene, ci si diverte, e si trova un’altra famiglia”. Una famiglia per tutti, anche per gli uomini, visto che gli alunni maschi non sono mancati nella lunga storia di questa istituzione: “Non importa la tua preparazione e la tua bravura, siamo qua per imparare e condividere sapere e arte, ognuno con i suoi tempi e le sue aspettative”.
“Nonostante l’evoluzione della società le scuole vespertine sono da sempre luoghi di socializzazione per adulti e giovani, dove le vecchie e le nuove generazioni possono lavorare in perfetta armonia”, sottolinea Claudia Benassi, consigliera delegata alle Vespertine del Municipio IV Media Valbisagno, Val Bisagno da cui è partita la missione per salvare questa tradizione, sempra più importante “in un contesto dove le persone sono sempre più sole”.
Dopo l’approvazione all’unanimità di una mozione in consiglio municipale per mantenere le scuole vespertine, riattivando la collaborazione con l’istituto Duchessa di Galliera per la formazione delle insegnanti, la palla passa al consiglio comunale: durante la prossima seduta, infatti, sarà discussa una mozione per istituire un tavolo tecnico e politico per trovare una soluzione e mantenere questo importante presidio di civiltà.
L’atto è stato presentato da Partito Democratico e Lista Crivello: “Un atto che anticipa la discussione sul personale – sottolinea Cristina Lodi, capogruppo Pd – se non ci sarà questa disponibilità porteremo in discussione bilancio questa importante vertenza, per capire le vere intenzioni dell’amministrazione civica”. Al di là della politica, le studentesse delle vespertine si sono date appuntamento in Sala Rossa per presidiare la discussione sulla “loro scuola”: il bello delle vespertine è anche questo, da tanti singoli diventare un gruppo, coeso e determinato.