Genova. Non è più la Gronda a dividere le forze politiche che governano a Roma e che aspirano a farlo anche in Liguria ribaltando lo scenario attuale. A smascherare il patto stretto da Pd e M5s è il vicesegretario dem Andrea Orlando, a Genova per la prima convention del partito in vista delle regionali: “Mi pare che il tema si stia risolvendo al ministero con un confronto che vede la diminuzione delle distanze e la possibilità di partire intanto coi tratti che non presentano problemi ed esigenze di approfondimento“.
Gronda sì, dunque, ma un po’ alla volta. Tenendo aperto uno spiraglio per bloccare la parte più impattante. È quanto avevamo svelato sulle pagine di Genova24 nel giorno del vertice tecnico in prefettura tra De Micheli, Bucci e Toti. “C’è un solo progetto di Gronda e a gennaio sarà pronto per la firma”, aveva detto la ministra dei trasporti per rassicurare il sindaco e il governatore, una promessa non mantenuta visto che a febbraio i lavori non risultano ancora partiti. Le ultime dichiarazioni risalgono al 22 gennaio: “A breve avremo le ultime valutazioni previste per legge, e poi mi auguro che ci sarà la possibilità di aprire il cantiere. Stiamo andando avanti con le valutazioni della complessità di quel progetto, perché soprattutto nella sua seconda parte è uno dei progetti più complessi che sia stato affrontato nel nostro Paese”.
Che cosa significa? L’obiettivo, sebbene implicito, è dividere l’opera in due lotti esecutivi. Il primo, quello che mette tutti d’accordo, sarebbe il raddoppio dell’autostrada A7 tra Bolzaneto e Genova Ovest. Il secondo, particolarmente complesso secondo le parole della stessa De Micheli, coincide con la bretella vera e propria, il raddoppio della A10 da Vesima a Bolzaneto. Su questa parte si mette di traverso non solo il Movimento 5 Stelle, ma anche la frangia più radicale del centrosinistra. Entrambi promuovono un’alternativa a basso costo, la cosiddetta ‘Genovina’, condivisa anche dalle associazioni ambientaliste e gradita a una minoranza del Pd (la foto di copertina è tratta dallo studio degli ingegneri Perazzo, Camisasso e Solari che l’hanno proposta).
Nel frattempo, allora, si potrebbe partire con la direttrice nord-sud. A condizione di stralciarla dal progetto definitivo, già approvato, e mandarla al consiglio dei lavori pubblici per l’ultimo via libera prima della firma del ministero. “Noi siamo favorevoli a qualunque miglioramento di quel progetto che non comporti l’azzeramento della procedura – chiarisce il segretario regionale del Pd, Simone Farello -. Quella è un’opera che può partire domattina. Qualunque cambiamento che la faccia partire tra un anno o tra un mese non va bene”.
Partire domattina, per la verità, sarà impossibile finché non sarà sciolto il nodo delle concessioni autostradali. Secondo il Governo i 4,2 miliardi garantiti da Aspi potrebbero essere finanziati anche da un altro gestore mediante la riscossione dei pedaggi, ma a maggior ragione una revisione anche pesante del progetto nell’ottica di abbassare i costi potrebbe risultare funzionale in caso di revoca all’attuale gestore.
In ogni caso non sarebbe la Gronda a dividere centrosinistra e Movimento 5 Stelle, in attesa di capire se andranno a braccetto alle prossime regionali o meno. “Non mi pare sia più quella la questione su cui ci si può arenare, le distanze sono fortemente diminuite. Credo che, se gli ostacoli ci sono, siano di carattere politico e non programmatico”. Parola di Andrea Orlando.
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