Disastro

Finta primavera, in Liguria le api si svegliano in anticipo: a rischio la produzione di miele

Devono fare uno sforzo maggiore per arrivare a nutrire le covate e sopravvivere, Coldiretti: "Sconvolti i cicli naturali"

apicoltura api

Genova. Oltre alle fioriture anticipate, questo febbraio porta con sé un’altra anomalia a causa delle temperature sopra la norma e le ripetute giornate di sole: da levante a ponente è in netto anticipo il risveglio delle api, il lavoro delle quali rischia, ora, di essere reso vano da un arrivo ritardato dell’inverno.

Commenta così Coldiretti Liguria il monitoraggio sugli effetti di un inverno bollente, con la temperatura che, fino ad ora, è stata in Italia superiore di 1,65 gradi la media storica, fatto che ha portato al risveglio di 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale.

Le temperature sopra i 15 gradi hanno fatto uscire le api dagli alveari, facendole ricominciare il loro prezioso lavoro di bottinatura ed impollinazione. Ma, dal momento che la temperatura non rimane costante nell’arco della giornata, le api devono fare uno sforzo maggiore per arrivare a nutrire le covate e sopravvivere. Alto inoltre rimane il rischio che il ritorno del freddo possa far gelare i fiori e far morire gli sciami, dopo una delle peggiori annate per la produzione di miele ligure, con quello di acacia azzerato e quello di castagno dimezzato, su tutto il territorio.

Ad oggi questo settore di punta dell’economia ligure conta, a livello regionale, un totale di 30.815 alveari, gestiti da 2.299 allevatori apistici, di cui 1202 in provincia di Genova, 753 a Savona, 538 a La Spezia e 451 a Imperia, tra i quali, nell’ultimo triennio, sono cresciute del 40% le imprese professionali, raggiungendo le 836 unità, mentre gli apiari sono stati incrementati addirittura dell’80%.

“L’andamento anomalo di questo inverno  – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa –  ha sconvolto i normali cicli colturali ed impattato sul calendario di gran parte delle produzioni, compresa appunto quella di miele locale. I nostri imprenditori stanno temendo per l’andamento della stagione, anche a seguito della pessima annata 2019, quando gli sbalzi termici considerevoli, vanificarono il lavoro delle api che a malapena trovarono nettare sufficiente per nutrirsi, costringendo gli apicoltori a misure d’emergenza per salvare gli sciami, che comunque si ridussero di oltre il 30%”.

“Presso le aziende si stanno mettendo in atto tutte le misure per sostenere lo sviluppo delle api, ma a farla da padrone in questo caso sarà il clima, che non deve tirare colpi mancini. La Liguria è storicamente produttrice di mieli pregiati, che vanno da quello di castagno prodotto nell’entroterra ligure, al miele di acacia, per arrivare alle tipologie di carattere più commerciale come il millefiori, fino a produzioni più particolari come quello di erica o di melata”, conclude Coldiretti.

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