Genova. “Noi non vogliamo essere associati a l’uno o all’altro partito, ma crediamo, come familiari delle vittime di ponte Morandi, che l’eventualità di una prescrizione per reati di questo tipo sia improponibile, e quindi il processo dovrà essere equo e garantista ma alla fine dovrà esserci un colpevole e dovrà pagare”. Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime ponte Morandi, questa mattina ha partecipato alla manifestazione organizzata nei pressi del casello di Genova Ovest in occasione dei 18 mesi dalla strage.
“Siamo qui per ricordare i nostri cari – ha detto – nel frattempo sappiamo che la procura di Genova sta lavorando pancia a terra, attendiamo con fiducia che si concludano le indagini e contiamo di avere a breve un elenco degli imputati e delle imputazioni all’altezza di quanto accaduto, anche in base ai capi di imputazioni si potrà scongiurare il rischio di prescrizione”.
Nei giorni scorsi, ai familiari dei 43 morti, da parte dell’ad di Autostrade Roberto Tomasi l’invito a un incontro. Egle Possetti aveva già dichiarato che il comitato si sarebbe preso il “tempo necessario per valutare”. Oggi ha aggiunto: “Il punto è che dobbiamo capire quale significato avrebbe questo incontro, inoltre per noi un faccia a faccia di questo tipo potrebbe avere un impatto psicologico non da poco, quindi vedremo”. Un aspetto, quello morale, che ha un peso ogni giorno più grande. “Per esempio a noi, vedere crescere il nuovo viadotto – osserva Possetti – crea una forte angoscia”.
Nel frattempo il comitato attende dal governo un segnale sulla proposta di legge avanzata per l’istituzione di un fondo a sostegno delle famiglie di chi è morto in stragi come quella del Morandi. “Con la rete nazionale Noi non dimentichiamo, che include anche i familiari delle vittime di episodi come Rigopiano, Viareggio, il Vajont – spiega la presidente del comitato – chiediamo che si possa creare un meccanismo pubblico per sostenere economicamente chi abbia perso una persona che costituiva fonte di reddito nel nucleo familiare, questo per evitare dover accettare denaro da chi è indagato per quelle stragi e per sostenere con maggiore serenità un eventuale processo, per noi ormai questa legge non servirebbe più ma è una battaglia che portiamo avanti per il futuro”.
Anche sul tema delle concessioni i familiari delle vittime di ponte Morandi battono il tempo alla politica: “Non siamo noi a decidere, ma il presidente del consiglio – conclude Possetti – noi crediamo che il rapporto di fiducia tra lo stato e il concessionario, dopo quello che è successo, sia totalmente venuto meno”.