Genova. “No a decisioni sulla base dell’opinione pubblica. Bisogna ragionare non con la comodità per le famiglie ma alla luce delle necessità mediche di contenimento del contagio“. Il presidente Toti giustifica così la decisione, non ancora ufficiale ma decisamente verosimile, di riaprire tutte le scuole, i poli educativi e le sedi universitarie da lunedì, con la sola eccezione della provincia di Savona dove c’è il cosiddetto cluster di Alassio, un focolaio importato che peraltro sarà smantellato nelle prossime ore.
“Non è la politica a dover dare il quadro di riferimento”, ribadisce Toti spiegando che l’imprimatur arriverà da Roma e dipenderà dal parere degli esperti: “Il principio base a cui il governo ha chiesto a tutti i presidenti di attenersi, senza abdicare ad alcuna nostra responsabilità, è lasciare che decida su una base tecnico-scientifica il tavolo nazionale a cui siedono l’istituto superiore di sanità, il Cnr e tutte le principali istituzioni scientifiche del paese. Su questa base si deve decidere, non sull’emotività della paura”, ha proseguito Toti.
Tante sono però le perplessità delle famiglie, divise tra chi ha urgente necessità di tornare alla normalità per evitare problemi nella gestione dei figli e chi invece vorrebbe misure che limitino le possibilità di contagio, come hanno stabilito Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
“Quando è stata presa la decisione domenica eravamo di fronte a un caso epidemiologico basato sulle 48 ore precedenti, non avevamo idea di cosa stesse succedendo – prova a chiarire Filippo Ansaldi, responsabile della prevenzione in Alisa -. Il modello di allora era quello cinese. Negli ultimi giorni abbiamo imparato qualcosa in più. Le decisioni vengono prese in base alle attuali conoscenze e all’attuale quadro epidemiologico. Esiste un’area rossa di elevata circolazione in cui non si ha idea di cosa sia successo. Ci sono tre regioni italiane in cui ci sono casi collegati a quelli rilevati e altre in cui sono riusciti a circoscrivere il quadro. Oggi la Liguria ha solo casi circoscritti”.
Il semaforo verde dovrebbe arrivare dal Governo in serata ma a questo punto si escludono colpi di scena. “È giusto che il paese abbia un’omogeneità e non che qualcuno si inventi, in base al peso dell’opinione pubblica pro chiusura o anti chiusura decisioni basate non sulla diffusione del virus ma sulla diffusione del consenso o non consenso. Mi sembra sia un tema che non fa parte di queste giornate”, conclude Toti.