Chiarimento

Coronavirus, possibile sovrastima dei casi. Ministero: “Uso sbagliato dei tamponi”

La somma totale dei contagiati a livello nazionale comprende campioni ancora non certificati dall'Istituto Superiore della Sanità

Genova. I numeri di tamponi positivi che in questi giorni hanno riempito le cronache nazionali, e anche liguri, potrebbero aver sovrastimato la reale diffusione del Coronavirus.

A dirlo Walter Ricciardi, già commissario e poi presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, oggi nel team di esperti del ministero della Salute: non tutti i tamponi effettuati dalle varie sanità regionali, infatti, avrebbero ancora ricevuto la definitiva certificazione da parte dell’ISS di Roma, che ha il compito di validare l’eventuale positività dei test condotti nei laboratori locali.

Ad oggi i casi confermati, quindi, potrebbero essere decisamente meno rispetto ai dati diffusi sulla base delle segnalazioni regionali: secondo quanto dichiarato dal medico e docente universitario, infatti, per esempio, al 27 febbraio i casi confermati a livello nazionale erano circa la metà, 190 su 374 dichiarati, numero, l’ultimo, che comprendeva ancora quelli in attesa.”Si fa un uso sbagliato del tampone – ha specificato Ricciardi in un’intervista – che viene spesso fatto a persone asintomatiche e non direttamente venute a contatto con certezza con persone contagiate. Una procedura che non rispetta le prescrizioni ministeriali”.

Il tampone, infatti, è molto sensibile, come ha spiegato Filippo Ansaldi responsabile prevenzione di Alisa durante la conferenza stampa di aggiornamento di giovedì 27 febbraio: “Abbiamo un test molecolare molto sensibile: tutti i campioni vengono testati con questo test, se risulta positivo abbiamo, sempre nel laboratorio di riferimento regionale, altri due test che amplificano altre due regioni del virus. Se il campione è positivo a quel punto per noi, per il laboratorio di riferimento regionale, è un caso positivo“. Ma per la “certificazione” definitiva serve ancora un passaggio: “Deve essere testato anche dall’Istituto Superiore di Sanità e questa necessita chiaramente l’invio del materiale biologico in sicurezza all’istituto e poi analizzato dal laboratorio diretto dalla dottoressa Castrucci e laboratori di riferimento anche per l’influenza”.

Per quanto riguarda Regione Liguria i campioni che sono risultati positivi ai tre passaggi regionali più quello definitivo ministeriale, secondo indiscrezioni, sono sicuramente due, i primi di Spezia e di Alassio, che hanno dato il via ai due “cluster” di contagio e relativo cordone sanitario. Degli altri il dato, ad oggi, non è stato ufficialmente diffuso: i numeri dei contagiati, oggi 20 (dopo il trasferimento dei 24 in Piemonte di queste ore) infatti, è quello relativo alle misurazioni dei centri regionali.

Questa discrepanza e alla base dello scontro politico in atto tra alcune regioni e il governo centrale, tra accuse incrociate di gestione non ottimale dell’emergenza sanitaria che sta mettendo a dura prova l’economia del paese e della nostra regione.

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