Genova. “Prevenire è meglio che curare”. Così il presidente Toti e l’assessore Viale spiegano la logica dell’ordinanza (scaricala qui) che la Regione Liguria ha adottato sull’emergenza coronavirus di concerto col ministero della salute. Prima e finora unica regione a disporre chiusure di massa, dalle scuole ai musei, dai teatri alle manifestazioni pubbliche, senza tuttavia aver registrato alcun contagio conclamato.
“Questa ordinanza serve a evitare che si verifichino casi nella nostra regione, non a restringere un contagio in corso – spiega il governatore dopo la riunione con i suoi assessori e i tecnici di Alisa – e abbiamo preso misure che riteniamo efficaci per evitare l’arrivo del virus sul territorio e per semplificare la tracciabilità dei soggetti zero, qualora insorgessero. Ci siamo sentiti più volte col ministro della salute Speranza e Borrelli e abbiamo condiviso i contenuti di questa ordinanza che rientra nelle politiche condivise del paese”.
La Liguria, conferma lo stesso presidente Toti, è la “prima regione che assume questo provvedimento senza avere casi conclamati nei suoi confini. Ci scusiamo per il disagio ma credo sia una cosa molto utile, indispensabile per prevenire il contagio che in altri territori sta dilagando a velocità superiore a quella immaginata. Ritengo che tutte le misure di prevenzione siano indispensabili in questo momento. Ci assumiamo la responsabilità politica, ma il criterio prudenziale è sempre stato la nostra stella polare”.
Al momento in Liguria ci sono oltre 40 persone in isolamento fiduciario perché hanno avuto contatti con le zone interessate dal contagio. Tutti coloro che nelle ultime due settimane sono arrivati in Liguria dalla Cina, da altre aree del mondo a rischio o dalla “zona rossa” del contagio in Italia (cioè i comuni di Vo’ Euganeo, Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano) devono obbligatoriamente auto-segnalarsi tramite il 112 e mettersi in isolamento fiduciario. “Non c’entra il senso civico, è un obbligo di legge e come tale va rispettato”, specifica Toti. I sindaci potranno applicare una “forza coercitiva“, in base ai poteri che hanno per legge, perché gli isolati rimangano a domicilio.