Domande e risposte

Coronavirus, cosa chiude e cosa no in Liguria: facciamo chiarezza sull’ordinanza della Regione

Dalle scuole ai musei, dai cinema ai teatri, dagli stadi alle palestre ecco i casi che rientrano nelle restrizioni e quelli che ne restano esclusi

Conoscere il coronavirus

Genova. Raffica di chiusure anche in Liguria per prevenire il contagio da coronavirus. La Regione ha emanato un’ordinanza (leggila qui) con una serie di limitazioni che però non sempre chiariscono tutte le casistiche. Cerchiamo dunque di fare chiarezza con quanto hanno spiegato il presidente Toti e gli assessori Giampedrone, Viale e Cavo durante l’ultima conferenza stampa.

IL CAOS DELLA PRIMA BOZZA. Ieri, nel tardo pomeriggio, era iniziata a circolare, anche sugli stessi social network della Regione, un testo dell’ordinanza non completo – si riconosce perché non firmato – sul quale erano riportate solo le indicazioni relative alle scuole, ma non le altre. La stessa Regione Liguria ha, più tardi, chiarito l’equivoco.

LE SCUOLE. Dagli asili nido all’università, dal pubblico al privato, è tutto fermo per la prossima settimana. L’ordinanza dispone la “sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche, universitarie e di alta formazione professionale e dei percorsi di istruzione e formazione professionale, salvo le attività formative svolte a distanza e quelle relative alle professioni sanitarie ivi compresi i tirocini”. Il personale docente e non docente è però tenuto a recarsi al lavoro. Sono esentati anche i ragazzi in stage e in alternanza scuola lavoro (di fatto compresi nell’attività didattica).

CINEMA APERTI, TEATRI CHIUSI. “Sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico, di qualsiasi natura”, dice l’ordinanza. Chiusi al pubblico anche musei, biblioteche e tutti i luoghi della cultura. I cinema, invece, non saranno costretti a chiudere. “Sono attività commerciali che nel loro libero arbitrio possono decidere. Sarebbe stato illegale e incostituzionale fare distinguo tra attività”, spiega Toti. I teatri, invece, sono luoghi pubblici.

Resta sempre la possibilità per ogni esercente privato di adottare misure precauzionali in totale autonomia. Lo stesso discorso vale per i negozi e i centri commerciali: tutti aperti, a meno che i titolari non decidano di chiudere. Lo stesso che accade in occasione delle allerte meteo. Per quanto riguarda le manifestazioni, ad esempio, sono permesse quelle su invito mentre sono sospese quelle a libero accesso.

STOP A TUTTI I CAMPIONATI. Per le stesse ragioni di cui sopra la prossima settimana non si giocherà alcuna partita di nessuno sport. Per quanto riguarda il calcio, quindi, non si giocherà Entella-Crotone, in programma venerdì sera a Chiavari, mentre Sampdoria-Verona al momento non rientra nell’ordinanza (si dovrebbe disputare lunedì). Milan-Genoa è in programma domenica alle 12.30 e probabilmente, salvo rientro dell’emergenza, sarà rinviata a data da destinarsi come lo è stata Inter-Sampdoria.

Lo stop agli sport giocati, però, non preclude la possibilità di partecipare a un allenamento all’aperto o al chiuso (non sono manifestazioni pubbliche) e nemmeno l’attività in palestre e piscine, salvo differenti decisioni prese dai singoli gestori.

LE CHIESE. “Le attività religiose non sono comprese nell’ordinanza regionale, ma la Curia ha deciso di sospendere le messe e le celebrazioni ma di tenere aperte le strutture. Alcune diocesi, come quella di Imperia-Albenga nel Ponente ligure, avevano già varato divieti particolari come quello che impedisce di scambiarsi il tradizionale segno di pace con le mani.

Tutto ciò che richiederà maggiore chiarezza sarà precisato in settimana, assicura la Regione.

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