Genova. Due scanner per misurare la febbre a distanza ai passeggeri che si imbarcano sulle navi da crociera per essere certi che non abbiano sintomi riconducibili al coronavirus. È la misura adottata a Genova, come anche in altri porti italiani, per limitare il contagio. Al momento le due apparecchiature sono state collocate in una stanza apposita della stazione marittima.
A spiegarlo è l’amministratore delegato di Stazioni Marittime, Edoardo Monzani: “Si tratta di dispositivi forniti dalle compagnie, sono termometri particolarmente affidabili che misurano la febbre anche a distanza. Si trovano in una sala adibita al transito dei passeggeri che devono essere imbarcati. I croceristi vengono informati, firmano un modulo apposito, gli viene misurata la febbre, poi salgono a bordo. Ne abbiamo un paio. Ogni singolo viaggiatore deve entrare all’imbarco con i tempi dovuti”.
Al momento, spiega Monzani, non ci sono stati casi sospetti a Genova e la situazione non desta ancora allarmi. “C’è maggiore attenzione, soprattutto a livello di imbarco – puntualizza -. L’ultima parola spetta alle navi che possono accettare o non accettare i passeggeri. Per quanto riguarda lo sbarco invece ci sono accordi tra i medici del porto e i medici di bordo. Il via libera viene dato solo quando si è certi che non ci siano portatori del virus”.
Le misure precauzionali al momento riguardano solo le crociere perché “sui traghetti la traversata può durare al massimo 24 ore, non ci sono permanenze a bordo significative”. Le principali compagnie, come Costa e Msc, hanno già vietato da settimane l’imbarco ai passeggeri che di recente sono stati in Cina, mentre ulteriori restrizioni sono applicate a chi presenta sintomi influenzali. Gli scanner presenti a Genova sono insomma l’ultima barriera di sicurezza prima che i turisti raggiungano le navi.
L’allarme globale comunque preoccupa gli operatori del settore. Su 30 milioni di croceristi in tutto il mondo sono 4 quelli di origine asiatica, secondo dati riportati oggi dal presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini. “L’impatto francamente non si può calcolare, spero non ci sia nessuna ricaduta negativa – aggiunge Monzani -. Purtroppo abbiamo esempio in Giappone di una nave ferma, speriamo che non succeda qua. Mi sembra che tutte le misure messe in pista dagli armatori siano per fare in modo che le crociere siano divertenti come devono essere”.