Genova. Non è una notizia che il bilancio previsionale presentato dalla giunta Bucci non piacesse a gran parte degli organismi di governo decentrati, ossia i municipi. Da una parte perché cinque su nove di essi sono retti da presidenti di centrosinistra, che infatti hanno in massa bocciato il documento (si tratta di votazioni consultive, il voto non ha alcun valore ai fini dell’approvazione a Tursi del bilancio stesso).
Dall’altra parte però, e non è un problema del solo centrosinistra, già da tempo è chiaro come a livello di gestione economica la strategia del sindaco sia quella di non assegnare direttamente dei plafond affinché li gestiscano autonomamente ma di finanziare direttamente i lavori e i progetti che vengano segnalati dai territori. Il saldo in teoria dovrebbe restare invariato, ma qualcuno pensa che non sia così. Inoltre, il meccanismo, rende molto meno decisivo agli occhi dei cittadini il ruolo del municipio stesso (anche quando in periodo di campagne elettorali).
Quindi non sarebbe una notizia il fatto che oltre metà dei municipi abbiano bocciato il bilancio, ma lo è il fatto che al municipio Medio Levante sia saltato il numero legale, che in quello Centro Ovest il presidente Falcidia sia dovuto ricorrere a un pezzo di M5s per approvare il documento e che durante la seduta di discussione del municipio Levante un consigliere di Fratelli d’Italia abbia deciso di votare no.
Tommaso Pinazzi, 24 anni, diploma all’istituto Montale e iscritto alla Bicocca, è vicino al consigliere regionale Augusto Sartori. Alla vittoria di Marco Bucci nel 2017 era tra quelli che con più convinzione sventolarono una gigantesca bandiera italiana in via Garibaldi. Questa volta la sua decisione sarebbe maturata in maniera autonoma, senza coinvolgere altri e alti dirigenti del partito.
”Il mio è un messaggio politico. Ho votato contro perché credo stiano venendo meno i propositi della campagna elettorale, su tutti il decentramento amministrativo”. Lineare. Ma Pinazzi rincara la dose: “I Municipi, già concepiti male in partenza, non hanno una loro vera e propria autonomia e gli vengono chiesti esclusivamente dei pareri non vincolanti. Uniamo il tutto e ci ritroviamo con un ente praticamente inutile che serve solo a prendersi le lamentele e a fornire segnalazioni”.
Tra “incendiario” e “pompiere” il giovane consigliere Fdi, nel suo post, si definisce “incendiario”. Un gesto isolato il suo, ma che riflette un malcontento generale e davvero non solo nell’opposizione sulle mancate strategie di decentramento da parte della giunta del Comune di Genova.