Precisazioni

Allerta meteo rossa? Il Comune chiarisce: “I presidi non devono trattenere gli studenti a scuola”

Dopo le polemiche sollevante da Ferrante arriva la circolare di Tursi: "Il blocco scatta solo con la fase operativa di allarme"

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Genova. Se viene diramata l’allerta rossa nel corso di un evento meteo i presidi non possono decidere in autonomia di trattenere gli studenti e il personale all’interno delle scuole. È quanto chiarisce finalmente una circolare (leggila qui) inviata dalla protezione civile del Comune di Genova a tutti gli istituti, compresi quelli che avevano adottato un piano d’emergenza che smentiva le prescrizioni dell’ordinanza firmata da Marco Doria nel 2016. Una mossa, quella della giunta Bucci, che era stata promessa dal consigliere delegato Sergio Gambino dopo le polemiche dello scorso autunno.

Ma perché c’è stato bisogno della precisazione? Tutti sanno che, se Arpal emana l’allerta rossa per il giorno successivo, tutte le scuole vengono automaticamente chiuse. Il punto è cosa accade quando si passa ad allerta rossa mentre i ragazzi sono in classe. Alcuni dirigenti scolastici, negli anni passati, avevano messo nero su bianco che in questo caso nessuno sarebbe dovuto uscire dall’istituto.

Per questo il presidente del Municipio Bassa Valbisagno, Massimo Ferrante, aveva stigmatizzato la decisione di mantenere l’allerta arancione nonostante il livello del Bisagno facesse paura la mattina del 19 novembre: “La gestione delle scuole sarebbe stata un caos – affermava – visto che i dirigenti avrebbero dovuto impedire ai genitori di venirsi a prendere i bambini”.

Oggi il Comune chiarisce ufficialmente che non è così. E obbliga le scuole a modificare i propri piani d’emergenza, qualora fossero difformi. Alla base c’è la confusione tra due concetti: quello di allerta meteo, che “consiste in una previsione di evento”, come ricorda la circolare ricevuta pochi giorni fa dalle scuole, e quello di “allarme“, che è la fase operativa più critica della protezione civile. In altre parole l’allerta rossa non implica per forza uno stato di allarme. E viceversa, si può entrare in allarme anche durante un’allerta arancione o gialla (ad esempio, se un rio fosse prossimo al livello di esondazione).

“Nel caso di diramazione di un’allerta meteo-idrogeologica rossa la fase operativa comunale prevista è di preallarme”, spiega il documento inviato ai presidi. E quindi le disposizioni che tengono tutti bloccati a scuola “corrispondono alla fase operativa di allarme, che viene comunicata dalla Protezione Civile Comunale attraverso il Coc, e si verifica con un evento in atto, e non alla diramazione di un’allerta meteo idrologica rossa, così come erroneamente interpretato da alcuni istituti scolastici”.

“Pertanto – conclude la circolare – nella pur improbabile ipotesi di una diramazione di allerta rossa meteo idrologica durante l’orario di apertura delle scuole, in assenza di dichiarazione di allarme da parte della protezione civile comunale, non sarà necessario trattenere i ragazzi a scuola, ma tenersi informati sull’evoluzione”.

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