Brutta sorpresa

Viadotti Campodonico, i cinque gemelli “malati” della A12: tra cemento a pezzi e ferro che si sbriciola fotogallery

Sopra si percorrono in pochi secondi, ma sotto il tempo sembra essere passato ancora più velocemente

Genova. Calcestruzzo marcescente, copriferro assente in più punti, pluviali rotti, tondini che si sbriciolano al tocco, mensole slavate e crepe nei muri. Questo è l’aspetto dei viadotti Campodonico, i cinque ponti gemelli della A12, le cui condizioni esterne sembrano avere non poche criticità.

Le cinque infrastrutture autostradali si trovano sulla Genova Livorno, nel tratto tra Rapallo e Chiavari, e devono il loro nome al paese, Campodonico appunto, che si trova di fronte; la tratta è stata inaugurata nel 1968 ed è tra le più longeve del tracciato: i cinque ponti, opere di pochi metri rispetto ai grandi viadotti più noti e monumentali, spesso sono un passaggio praticamente impercettibile per chi ci viaggia sopra, con tempi di percorrenza di qualche secondo. Sotto, paradossalmente, il tempo sembra essere passato ancora più velocemente.

In base quanto pubblicato da Autostrade per l’Italia, nel documento datato 14 settembre, le valutazioni di questi viadotti sono tra le più alte, con qualche interrogativo: se per il primo, il quarto e il quinto il voto è 43, che implica interventi a medio termine, e per il terzo si parla di 50 (il voto massimo del documento, insieme ad altri viadotti che abbiamo già visitato, che impone interventi entri 5 anni), per il secondo Campodonico la valutazione non è riportata, sostituita dalla dicitura “interventi in corso”, cosa di cui avremo riscontro, ma in un contesto, almeno visivamente, più complicato degli altri.

Siamo andati, quindi, nuovamente a documentare lo status quo delle infrastrutture, senza la pretesa di dare valutazioni sulla staticità delle opere e di esaustività, ma quello che abbiamo visto è forse tra le situazioni più complicate tra quelle che abbiamo raccontato in questi mesi su queste pagine.

Il primo Campodonico, di soli 22 metri, ha l’impalcato delle due carreggiate sorretto da due coppie di piloni, che presentano evidenti stati di usura, come evidente è la slavatura di alcuni parti della trave su cui corre il piano stradale. Agganciato alla struttura corre un tubo, che scopriremo essere quello di un metanodotto.

Viadotto Campodonico 1

Il secondo gemello, il Campodonico 2, si sviluppa per 76 metri, e, sotto, sembra essere quello maggiormente ammalorato: praticamente tutti i piloni presentano ampie metrature di copriferro saltato, mentre le mensole lato nord sono praticamente tutte “verdi”, grazie al muschio che ha attecchito sul cemento non più protetto. I tondini emersi dal calcestruzzo sono friabili al tocco, e molti appaio staccati dalla rete metallica, rimanendo ondeggianti, quando non già caduti. Non tutti, dicevamo: una delle pile più a ovest ha la base rifatta recentemente, con un nuovo e più spesso strato di copriferro, cosa che giustifica la dicitura di “intervento in corso”. Un intervento che però, all’occhio inesperto, aumenta solamente il contrasto di cosa è e cosa dovrebbe essere. Qual è la valutazione sul suo stato di salute? Domanda lecita.

Viadotto Campodonico 2

Il terzo Campodonico è quello che sulla carta ha il voto peggiore, e quello che si vede sicuramente conferma il testa a testa, almeno visivo, con il secondo: il suo impalcato di 30 metri è sorretto da pile il cui aspetto appare “vetusto” e in balia agli elementi. A colpire, però, sono le travi dei piloni e le mensole orizzontali, ampiamente slavate e con molte parti lasciate senza copertura in cemento. Anche tra i giunti sembra di vedere tondini emersi, forse a causa del passaggio di acqua che cola dalla strada.

Viadotto Campodonico 3

Tra il terzo e il quarto, passando a fianco ad un terrapieno che sostiene la strada notiamo una fessura che corre da cima a fondo, tipologia di crepa che troveremo anche in una spalla del quinto gemello: lì addirittura ci imbatteremo in un vetrino incementato tra un lembo e l’altro, come a misurare eventuali aumenti della fessurazione. Il vetro è rotto, e la data, incisa nel cemento, ci riporta al 5 settembre 1986, 34 anni fa.

Viadotto Campodonico 4

Il quarto e il quinto nell’aspetto riassumono in piccolo quanto abbiamo visto fino ad ora, con i soliti problemi alla copertura delle pile, delle mensole e delle teste dei piloni. Sotto l’impalcato notiamo in un punto (lo avevamo notato anche sul terzo) alcune assi di legno posizionate come a sorreggere un successivo intervento, mentre le parte del piano strada tra le due carreggiate risultano decisamente slavate.

Viadotto Campodonico 4

Nei giorni scorsi il super perito mandato dal ministero a controllare i ponti segnalati per eventuali criticità ha preso in esame tanti viadotti, le cui condizioni critiche erano note e oggetto di esposti e richiami da parte di cittadini e enti locali. I viadotti Campodonico non passano sopra la testa di nessuno, e la loro visibilità è decisamente limitata: nessuna strada che passa da quelle parti permette di vederli, e la loro stato di salute non è sotto l’occhio di nessuno. Proprio nessuno.

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