Genova. L’ex dirigente regionale della protezione civile Gabriella Minervini “non aveva l’obbligo giuridico di emettere l’allerta”. Inoltre, l’esondazione del Bisagno è stata prima di tutto “causata da irregolarità idrauliche dello stesso torrente e più in generale degli altri rivi coinvolti”, circostanza che “andrebbe approfondita”.
È quanto scrive il giudice nelle motivazioni della sentenza di assoluzione della dirigente, difesa dall’avvocato Silvia Morini, accusata per l’alluvione del 2014 che provocò numerosi danni e la morte dell’ex infermiere Alberto Campanella. Per quella stessa vicenda era stata assolta l’ex assessore regionale alla protezione civile e attuale deputata di Italia Viva Raffaella Paita.
“Il procedimento previsionale attuato e correttamente concluso con l’emissione del provvedimento di avviso – si legge nella sentenza – era corretto, legittimo e doveroso. La caduta massiva delle piogge orarie quella notte sulla zona più a valle del Bisagno ha fatto sì che con un tempo di corrivazione dimezzato (circa) rispetto a quello stimato nel piano di bacino, il torrente ed i rivi limitrofi o anche dipendenti collassassero sotto il profilo idraulico“.
Per l’accusa, che aveva chiesto la condanna a tre anni e adesso ricorrerà in appello, Minervini con le informazioni che aveva avrebbe dovuto invece diramare l’Allerta. “L’esondazione del Bisagno sembrerebbe riferibile al soggetto o ai soggetti responsabili di quel tratto del torrente e dei tratti dei rivi esondati e quindi al gestore diretto del rischio idrologico o idraulico”.