Genova. “Ci sono tanti progetti che non sono ancora in piedi su cui stiamo lavorando, il principale è quello del trasporto pubblico locale e delle infrastrutture. Io mi aspetto Cdp a lavorare con noi, al fianco nostro, non appena avremo definito la partecipazione del governo al trasporto pubblico locale”. Potrebbe essere la società finanziaria del Mef, la stessa che controlla Fincantieri e Ansaldo Energia, la carta in mano al sindaco Marco Bucci per finanziare i progetti del Pums se la ministra De Micheli non darà le risposte attese. È quanto emerge a Tursi a margine della presentazione del report di Cdp dedicato all’economia del Nord Ovest.
Dopo lo stop alla richiesta da 547 milioni per il filobus sui quattro assi di forza della città, giudicata inammissibile dal ministero delle Infrastrutture per carenze progettuali, il Comune sta lavorando alle integrazioni da inviare a Roma entro aprile. E anche se Bucci e i suoi collaboratori mantengono “fiducia e ottimismo” su una risposta positiva dal Governo, nel frattempo si attrezzano per sondare altre strade. Anche perché sul trasporto pubblico non sono più ammessi ritardi.
“Se il Governo non ci darà i soldi per i quattro assi di forza e per lo Skytram, dovremo trovarli in altro modo“, chiosa il sindaco. Allora ecco la pista Cdp, che in città è già coinvolta in una serie di partite cruciali come il Waterfront di Levante e la nuova diga del porto, inclusi nei protocolli d’intesa firmati a ottobre. La società ha già aperto un ufficio per le imprese a Genova e la sua presenza sul territorio sembra destinata ad aumentare.
Bucci poi cita anche altre opere: “Il nodo ferroviario, la grande diga, e poi vedremo come andrà a finire con la Gronda”. E ancora “la telecabina che arriva a Begato” fino “all’eventuale galleria tra la Val Polcevera e la Valbisagno” annunciata nell’intervista esclusiva a Genova24 e “al tunnel della Fontanabuona per quel che riguarda la città metropolitana, a tutte queste cose che servono per costruire infrastrutture”. Tutte opere per cui in qualche modo la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti è un’eventualità non da escludere.
Mentre per le quattro filovie è sempre in piedi la richiesta di fondi al Governo, per lo Skytram la strada caldeggiata da Tursi è quella del project financing. Ci sono almeno “tre aziende”, conferma Bucci, che hanno proposto al Comune il progetto di una tranvia sopraelevata, come quella ipotizzata dal Pums, che andrebbe ad allacciarsi alla metropolitana a partire dalla stazione di Brignole. Il costo stimato si aggira sui 600 milioni che potrebbero arrivare in parte dai privati e in parte proprio da un soggetto come Cdp.