Liguria. “Se avessi un figlio omosessuale, lo brucerei nel forno”: questa la frase shock che avrebbe pronunciato secondo i rappresentanti dell’associazione Agedo, Associazione genitori di omosessuali e che aveva scatenato una vera e proprio bufera politica. Ma non solo: a seguito della vicenda, che risale al 2016, il consigliere regionale della Lega Giovanni De Paoli era stato denunciato alla procura da Aleksandra Matikj, presidentessa del “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione”.
L’esponente del Carroccio era stato rinviato a giudizio per avere pronunciato quella frase in pubblico, fatto aggravato perché commesso per finalità di discriminazione: si tratta del primo caso di omofobia in Italia. L’udienza filtro disposta dal pubblico ministero Patrizia Petruzziello è stata rinviata già due volte: domani è in calendario l’attesa udienza che vede imputato il consigliere regionale della Lega.
“Oltre alla nostra denuncia, risulta presa in carico anche la querela presentata dall’Associazione Agedo (Associazione genitori di omosessuali). I due fascicoli sono uniti in un unico processo che inizierà domani, 30 gennaio 2020, alle ore 9.00”.
“In Italia manca ancora una legge ufficiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia ed in un Paese dei Diritti come l’Italia è il prossimo passo da compiere. Giunto è il momento che anche in questo Paese inizino a cimentarsi delle lotte ed a conseguire le vittorie contro chi per odio distrugge le vite innocenti altrui” conclude Aleksandra Matikj.
“Con riferimento al procedimento a mio carico presso la procura di Genova per presunta diffamazione – dice De Paoli in una nota – sono a ribadire di non aver pronunciato quanto a me attribuito e sono profondamente dispiaciuto per il malinteso venutosi a creare. Resto fiducioso che venga fatta chiarezza e aspetto con grande rispetto e serenità il corso della giustizia”.