Problema

San Benigno, tra cantieri congelati e operazioni immobiliari futuro a rischio per 15 aziende

In zona elicoidale, in base al cambio di destinazione d'uso dell'area dovranno abbandonare gli spazi. "Noi venduti per fare cassa, dove andremo?"

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Genova. Provate a svegliarvi ogni giorno per andare a lavorare senza avere alcuna certezza su quello che succederà alla propria azienda sei mesi dopo. E’ la situazione in cui si trovano circa 60 persone, suddivise su una quindicina di aziende incastonate tra svincoli e piloni dell’elicoidale, nel quartiere di San Benigno.

Elettrauto, meccanici, gommisti, carrozzieri, piccole imprese artigiane che lavorano in gran parte per l’indotto del porto e della logistica. “Ci siamo appena ripresi da un decennio di crisi – spiega Laura Russotti che con il marito è titolare di Davì Gomme – abbiamo il nostro giro di clienti, cerchiamo di sopravvivere tra i disagi legati a cantieri più o meno bloccati, ora scopriamo che rischiamo di dovercene andare e scopriamo che è a causa di quella che noi chiamiamo speculazione edilizia”.

La vicenda inizia circa un anno fa, quando Autorità portuale, titolare delle aree in zona elicoidale, avverte tramite raccomandata le varie imprese del fatto che il prossimo rinnovo di licenza di concessione non sarà possibile a causa della nuova destinazione d’uso stabilita dal Puc, il piano urbanistico comunale. La licenza – si legge – scade a dicembre 2019.

Quell’area è in effetti destinata a cambiare in base a vari progetti, dalla sistemazione viabilistica – i cui lavori sono però in stand by da mesi – fino al possibile sbarco di catene della grande distribuzione, anche se il progetto Esselunga per il momento è congelato). Tuttavia, dopo aver assistito a un rimbalzo di responsabilità a più riprese tra Comune e Autorità portuale, le aziende scoprono che il concessionario, nel 2000, aveva ceduto gli indici di edificabilità a chi aveva costruito le Torri Faro, complesso tuttora in gran parte disabitato.

“Ci hanno venduto per fare cassa – attacca l’imprenditrice – noi negli anni abbiamo continuato a mantenere la struttura che altrimenti sarebbe stata abbandonata, ci abbiamo investito nonostante le difficoltà e tutto quello che abbiamo ottenuto è una proroga fino a giugno 2020. E poi? Durante un incontro un anno fa con il sindaco Bucci ci era stato assicurato che il Comune avrebbe fatto il possibile per salvare le aziende”.

Al momento non esistono certezze. Non sulla ripartenza dei lavori sul nodo di Genova, non sulla sistemazione dell’area, non sul ricorso lanciato contro lo sbarco di Esselunga, né tanto meno su possibili alternative per ricollocare le 15 aziende. “Ci hanno proposto uno spazio a Bolzaneto – spiegano da Davì Gomme – ma noi lavoriamo con il porto, non scherziamo”.

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