Elezioni

Regionali 2020, dalla sinistra aut-aut ambientalista e il primo veto: “No a Furlan candidata”

Pastorino rompe il silenzio: "Se queste sono le novità di Zingaretti, per noi sarà un problema"

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Genova. “Se qualcuno pensa che la prossima candidata del campo progressista sia Annamaria Furlan, deve sapere che per Linea Condivisa sarebbe un problema molto grande, mi auguro sia una boutade”. È Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in Regione, a porre il primo veto in mezzo alla raffica di nomi usciti come potenziali contendenti di Toti, con o senza alleanza col M5s. Un altolà che in realtà fa parte di un diffuso sentimento di impazienza in vista dell’appuntamento elettorale. Tanto che oggi le forze della sinistra hanno presentato le loro proposte in tema di ambiente, bruciando sui tempi i tavoli comuni che Farello deve ancora convocare.

“Il percorso è in ritardo e noi siamo preoccupati – confessa lo stesso Pastorino – ci sono difficoltà e non le nascondiamo”. Si inizia, insomma, a mettere i puntini sulle i. E a chiarire che su certi punti non si faranno passi indietro: “Non rinunceremo a nessuna delle nostre idee e a niente della nostra radicalità. Dentro il tavolo porteremo le nostre idee, poi speriamo che il punto di sintesi sia ancora più alto. Saremo alleati leali, ma non stupidi”.

Il candidato non arriverà prima del 26 gennaio, quando le urne in Emilia Romagna divideranno tutti i ragionamenti politici in “prima” e “dopo”. Pastorino è stato il primo a dire chiaramente che bisognava accelerare sulla scelta del nome, per non trovarsi a ridosso di giugno in netto svantaggio rispetto al centrodestra che ha blindato Toti da tempo. Il nome della genovese Annamaria Furlan, segretario nazionale della Cisl, è stato ripescato dall’edizione nazionale di Repubblica dopo mesi di dimenticatoio. Ma tanto basta a fare stizzire l’ex sindacalista della Cgil: “Se queste sono le tante proclamate novità di Zingaretti…”

Così Linea Condivisa molla i freni e inizia a parlare di proposte per l’ambiente: messa in sicurezza del territorio, ampliamento del territorio dei parchi, tolleranza zero sulla plastica e sulla cementificazione della costa. C’è chi dice che sarebbe meglio parlare di lavoro. “Se potessi cambiare il Jobs Act lo farei, ma la Regione non ha questi strumenti. È per questo che partiamo da qui: più distruggeremo l’ambiente meno posti di lavoro avremo”.

Resta sullo sfondo nonostante la sua assoluta centralità l’argomento Gronda. La sinistra non la vuole e propone in cambio la Genovina, in pieno accordo coi cinque stelle, il Pd prende tempo e attende la soluzione del rebus concessioni a Roma. “La Gronda alta non è sostenibile – ribadisce Pastorino – speriamo nella capacità di mediazione del futuro candidato”.

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