Roma. La Corte costituzionale ha bocciato come inammissibile il quesito referendario sulla legge elettorale – promosso da otto consigli regionali guidati dal centrodestra tra cui quello della Liguria – per trasformare in un maggioritario puro l’attuale sistema con l’abrogazione delle norme sulla distribuzione proporzionale dei seggi.
Il quesito voluto fortemente dalla Lega, secondo la consulta, avrebbe lasciato sul campo una legge con cui non sarebbe stato possibile andare a votare.
La corte ha anche bocciato il conflitto di attribuzione che sette regioni su otto (tutte tranne il Veneto, escluso nel frattempo per vizi di forma) avevano presentato il 7 gennaio scorso.
“La richiesta è stata dichiarata inammissibile per l’assorbente ragione dell’eccessiva manipolatività del quesito referendario nella parte che riguarda la delega al Governo, ovvero proprio nella parte che, secondo le intenzioni dei promotori, avrebbe consentito l’autoapplicatività della normativa di risulta”, si legge in una nota stampa della corte, in attesa della motivazione della sentenza, attesa per il 10 febbraio.
Intanto la politica non si ferma in tema di riforme elettorali: Centrosinistra e M5S stanno lavorando al cosiddetto Germanicum, un proporzionale con sbarramento al 5%, mentre la Lega starebbe pensando a un ritorno al Mattarellum.