Genova. Dopo la protesta di maggio, quando i portuali riuscirono a impedire che a bordo della Yambu, una delle navi della flotta saudita Bahri, venissero caricati generatori destinati alla guerra in Yemen i portuali genovesi del Calp, lanciano un appello per una seconda giornata di mobilitazione cittadina.
La data indicativa è il 12 febbraio, giorno in cui la Yambu dovrebbe attraccare nel porto di Genova ma potrebbe slittare o essere anticipata a seconda del giorno esatto dell’attracco.
In questi mesi il Calp ha organizzato diverse iniziative di informazione incontrando anche i portuali delle città europee che come Genova si sono mobilitati contro i carichi di armi nei loro porti a Le Havre, Marsiglia e Bilbao.
“Il 12 febbraio a Genova arriverà una nuova nave carica di armi, la Bahri Yanbu – si legge nel comunicato che lancia la mobilitazione – come lavoratori chiameremo tutta la città solidale ad unirsi a noi per bloccare l’ennesimo traffico di morte. Chiediamo a tutti i lavoratori, ai cittadini, ai sindacati e alle forze politiche di sostenere questo blocco trasformando questa giornata in un’occasione di lotta contro la guerra e per la pace tra i popoli e tra gli oppressi. Invitiamo tutti e tutte a raccogliere quest’appello. Dalla produzione bellica alla sua logistica, dalle basi militari ai centri di ricerca, l’ingranaggio della guerra è ampio e diffuso e permette a chiunque e dovunque di mettere in campo in autonomia ciò che vorrà e potrà”.
Ancora da capire se, come avvenne già a maggio, l’appello alla mobilitazione sarà raccolto dalla Cgil. La decisione verrà presa nei prossimi giorni, dopo una discussione interna che dovrebbe coinvolgere anche i lavoratori del terminal Gmt dove mensilmente attraccano le navi della flotta Bahri.
Anche Papa Francesco in un’intervista aveva applaudito all’iniziativa dei portuali che avevano bloccato la nave delle armi chiedendo ai governi occidentali di “finirla con l’ipocrisia armamentista”.