Genova. E’ chiuso dall’estate del 2018. Pochi giorni dopo il crollo di ponte Morandi una serie di accertamenti scaturiti dalla tragedia ha portato allo stop prima parziale, poi totale, del transito sul ponte Don Acciai, noto come il ponte del Lagaccio, che collega i quartieri via Napoli e via Bari e quindi i popolosi quartieri di Oregina e San Teodoro. Problemi strutturali lo rendevano un’infrastruttura, l’ennesima, a rischio.
Dopo una ridefinizione del progetto di restyling, passato da una ristrutturazione a una ricostruzione vera e propria con modifica del ponte stesso, e dopo la conclusione della gara e l’affidamento dei lavori, finalmente il cantiere sta entrando nel vivo.
“In questi primi giorni di gennaio – spiega l’assessore comunale ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi – c’è già stato un lavoro molto complesso di rimozione di tutto il materiale che si trovava sotto i piloni, inoltre viene ultimato in questi giorni un altro aspetto delicato ovvero lo spostamento dei sottoservizi“.
Sotto al ponte del Lagaccio, infatti, c’era di tutto: detriti, scarti di costruzione, vecchie cabine telefoniche e fermate del bus, rifiuti, ma anche cavi dell’elettricità e tubature varie. “Venerdì scorso sono arrivati i mezzi meccanici che potranno completare gli scavi – aggiunge Piciocchi – come Comune incontreremo l’azienda che ha in appalto il cantiere perché terminata la fase propedeutica inizierà il lavoro vero e proprio che dovrebbe ultimarsi per il mese di luglio“.
Con qualche mese di ritardo sulla tabella di marcia. Nel giugno scorso l’allora assessore Paolo Fanghella aveva risposto a un’interrogazione presentata dal consigliere Pd Alessandro Terrile spiegando che i lavori sarebbero stati conclusi entro la fine di maggio.
Ad aggiudicarsi la gara d’appalto la Italscavi di Scandicci (Firenze) che ha proposto un ribasso d’asta del 27% sull’importo messo a disposizione dal Comune (fondi ricavati dal Patto per la Città di Genova) e quindi un costo di circa 1 milione e 300 mila euro.
Nei mesi scorsi il Comune aveva risolto il problema della viabilità ordinaria interrotta sfruttando un bypass inutilizzato e allargando un’altra strada. Oggi è tuttora attivo il doppio percorso regolato da semafori. La nuova progettazione prevede la riduzione delle pile d’appoggio da due a una sola per sorreggere l’impalcato.