Apprendiamo in queste ore a mezzo stampa l’intenzione della Procura di Genova di comminare multe da più di 4000 euro a testa per i lavoratori, gli operatori sindacali S.I. Cobas e i solidali che avevano dato vita allo sciopero del 29 agosto presso l’azienda di trasporti New Gel.
Ancora una volta, prima della notifica degli atti, la notizia già circola su giornali e siti d’informazione. L’intento é chiaro. Un monito severo a tutti i lavoratori e le lavoratrici di questa città, e a coloro che con questa lotta hanno solidarizzato: attenzione! per chi alza la testa, per chi si organizza, lotta e sciopera, la risposta sarà solo repressione, multe e denunce.
Abbastanza goffo é poi il tentativo di accreditare la decisione della Procura – quella cioé di multare per più di 100.000 euro i protagonisti dello sciopero, pari a una condanna complessiva a più di 3 anni di carcere – come un gesto magnanimo verso i lavoratori, visto che, secondo le ricostruzioni lette sui giornali, si sarebbe potuto contestare agli scioperanti il blocco stradale e quindi l’applicazione dei famigerati Decreti Sicurezza, utili solo a reprimere ulteriormente le lotte.
In realtà (al di là delle interpretazioni lette sui giornali) si configura un attacco gravissimo e violentissimo contro il diritto di sciopero, contro l’agibilità politica e sindacale su questo territorio, ma soprattutto contro questi lavoratori, protagonisti degli scioperi e della mobilitazione in New Gel.
Lavoratori la cui unica colpa é stata quella di aver avuto il coraggio, in un clima da caserma come quello che continua a respirarsi in New Gel, di alzare la testa, organizzarsi e provare a rimettere in discussione il continuo allungamento dell’orario di lavoro, gli ormai insostenibili carichi di lavoro, il diritto al pagamento delle ore
strordinarie, la libertà sindacale in azienda.
Lavoratori che, certo, hanno messo in campo anche forme di lotta dure, a fronte della totale chiusura della New Gel verso le problematiche da loro poste. Un’azienda, ricordiamo, che si sentiva libera di prendere fisicamente a schiaffi un lavoratore iscritto da neanche un giorno al S.I. Cobas perché “reo” di non aver concluso tutto il carico di lavoro, un’azienda in cui é normale che i lavoratori iscritti a una sigla sindacale scomoda ricevano nell’arco di pochi mesi decine di lettere di contestazioni disciplinari, siano oggetto di continue sospensioni, multe, ferie forzate, fino ad arrivare al mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato, dopo magari 3 anni di lavoro!
Questo é il clima nel quale la mobilitazione é nata e si é sviluppata nel corso dei mesi. A fronte di questo quadro, Questura e Procura hanno, come sempre, chiuso gli occhi, affrontando le problematiche che i lavoratori hanno portato davanti i cancelli dello stabilimento, nelle piazze e perfino al Comune di Genova in audizione, come un problema di mero ordine pubblico. Da qui multe per i lavoratori e possibilità per l’azienda di perpetrare il sistema di bassi salari, pesantissimi carichi di lavoro e orari interminabili.
Il dato che comunque emerge in tutta la sua interezza é che non ci troviamo davanti esclusivamente ad un’anomalia genovese. Sono, infatti, ormai centinaia in tutta Italia i lavoratori, i delegati, gli operatori sindacali, i solidali oggetto di repressione, stretti tra denunce, multe di migliaia di euro, fogli di via, richieste di divieti di dimora. Una vera e propria guerra preventiva volta a reprimere ogni focolaio di resistenza. Si reprimono i lavoratori della logistica in sciopero fuori dai cancelli dei magazzini, si reprimono i
grandi movimenti di massa contro le grandi opere inutili e dannose, come il TAV, si tenta di sradicare ogni esperienza di lotta organizzata del movimento sulla questione abitativa, ecc..
La maxi multa di 100.000 euro comminata dalla Procura di Genova contro chi ha scioperato davanti ai cancelli della New Gel rappresenta l’ennesimo passaggio di questo violento e coordinato attacco repressivo che vuole, colpendo economicamente le lotte dei lavoratori, mettere in discussione il diritto di sciopero nel suo complesso,
la capacità per tutti i lavoratori e le lavoratrici di organizzare modalità di lotta efficaci, in grado d’incidere, in grado di rapportarsi allo strapotere dei padroni.
La lotta operaia non si multa e non si processa! Genova in questi mesi ha dimostrato di sapersi stringere attorno alla lotta di questi lavoratori, esprimendo solidarietà militante, organizzando decine d’iniziative per il finanziamento della cassa di resistenza, partecipando a presidi, assemblee pubbliche e dibattiti. Oggi l’attacco repressivo in atto deve rilanciare questo percorso mobilitando tutti quei lavoratori, militanti, attivisti, associazioni, organizzazioni e singoli cittadini che hanno a cuore il diritto di sciopero e di manifestazione, le libertà di organizzazione e il
destino del movimento sindacale e di classe in questo paese.
Come coordinamento S.I. Cobas Genova lo faremo ribadendo la nostra partecipazione alla manifestazione che questo Sabato 18 Gennaio si terrà a Prato proprio in merito ad un’analoga vicenda che ha colpito con altre maxi multe 21 lavoratori di una tintoria pratese, in sciopero perché non ricevevano da 7 mesi lo stipendio. Lo continueremo a fare opponendoci ai decreti penali della Procura genovese, rilanciando la battaglia contro la repressione, ribadendo con forza il diritto di sciopero, l’agibilità sindacale, la possibilità per tutti i lavoratori di difendersi dallo sfruttamento e dagli attacchi padronali!
Coordinamento provinciale S.I. Cobas Genova
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