Braccio di ferro

Lungomare Canepa, rivolta contro Tursi: causa in tribunale e barricate sui depositi chimici

L'iniziativa legale partirà la prossima settimana, intanto si prepara la mobilitazione contro l'ipotesi del polo petrolchimico nelle vicinanze

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Genova. “Qui è un affronto costante, siamo solo una servitù. Attendiamo l’esito delle verifiche tecniche, la prossima settimana si parte”. Fanno sul serio i cittadini di lungomare Canepa, da due anni ormai sulle barricate per la trasformazione dell’arteria che corre sotto le loro case in una superstrada che produce continuamente smog e rumore. La prossima settimana verrà depositata la causa legale contro Comune di Genova e Autorità portuale – e in queste ore il comitato sta decidendo con gli avvocati se coinvolgere anche ministero dei Trasporti e Anas – per denunciare i danni alla salute subiti e imporre la costruzione di un tunnel fonoassorbente che limiti i disagi.

Ma a rovinare le notti di chi abita in quei palazzi non è solo il passaggio di auto e tir sotto i balconi. È sempre più vicino infatti lo spettro dei depositi chimici che Tursi ha deciso di spostare da Multedo. Bucci lo ha detto chiaramente nel corso dell’assemblea pubblica a Pegli: “Di sicuro non li metteremo nel territorio del municipio Ponente”.

Una dichiarazione che ha suscitato applausi in sala. E rabbia a pochi chilometri di distanza: “Non ci è piaciuto per niente. Se il problema è così sentito in quel quartiere, vuol dire che lo stanno appioppando a noi. Così non si risolve nulla”, accusa Silvia Giardella, la presidente del comitato.

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Esclusa l’opzione Pra’, le due ipotesi rimaste in piedi sono l’area sotto la Lanterna e la foce del Polcevera. Entrambe sono sottoposte all’autorizzazione di Enac perché rischiano di interferire col cono aereo dei velivoli in atterraggio. In ogni caso, chi abita sul fronte mare di Sampierdarena si troverebbe con la patata bollente a pochi metri da casa. “Saremo incastrati tra la strada, il porto e i tir che dovranno portare ai depositi sostanze chimiche pericolose. Non abbiamo più spazio vitale, ci stanno facendo scomparire – continua Giardella -. Collocare qui i depositi vuol dire peggiorare ancora una qualità di vita che è già a rischio. La nostra unica soluzione è l’ipotesi zero”.

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Ma il sindaco è stato preciso: Carmagnani e Superba non andranno via da Genova. E così la mobilitazione è già partita con la consegna di manifesti per il “no ai depositi” ai rappresentanti di altri comitati solidali, tra cui quelli di Cornigliano e Borzoli-Fegino. E a breve oltre a iniziative mirate nelle scuole, non si esclude di organizzare una nuova grande manifestazione di piazza. “Qualche giorno fa abbiamo incontrato due rappresentanti del dipartimento di scienze politiche dell’Università. Pensavamo che ci chiamassero per un confronto aperto, invece abbiamo capito che non ci sarà alcun dibattito, volevano solo studiare il modo migliore di comunicarci la decisione. Noi, nel nostro piccolo, tenteremo di opporci fino all’ultimo”.

Intanto i cittadini porteranno in tribunale una cinquantina di firme raccolte in 22 condomini con una dotazione economica di 11mila euro per sostenere le spese dell’iniziativa legale, supportata da uno studio genovese. Si tratta di una causa d’urgenza, con una risposta che dovrebbe giungere nel giro di pochi mesi. “Al momento non vogliamo un risarcimento economico – precisa Giardella – ma soluzioni per tutelare la nostra salute. Così è impossibile vivere, abbiamo malattie respiratorie, di notte non si riesce a dormire”.

La realizzazione di un tunnel fonoassorbente non è stata esclusa a priori dal sindaco Bucci e neppure da Sviluppo Genova che un mese fa ha annunciato l’installazione di sensori per il monitoraggio acustico. Al momento gli unici dati disponibili sono quelli delle centraline acquistate dal comitato stesso che rilevano sforamenti medi di 7 decibel di giorno e 13 decibel la notte. Per quanto riguarda gli inquinanti, i dispositivi di Arpal hanno segnalato un valore medio di 57 tra le misurazioni giornaliere quando la soglia di legge è pari a 40.

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