Genova. Raccogliere ulteriore materiale e firme per un esposto collettivo e promuovere una class action per chiedere risarcimenti o provvedimenti ‘riparatori’ ad Autostrade per l’Italia.
Questi i due principali obiettivi usciti e discussi ieri sera durante la prima assemblea pubblica organizzata dal “Gruppo viabilità valle Stura”, la pagina nata sui social dei residenti della vallata, finalizzata allo scambio di informazioni, anche in tempo reale, su quanto sta accadendo sulle strade e autostrade che la collegano con Genova e Piemonte.
L’incontro, organizzato presso il cinema di Campo Ligure, ha visto la partecipazione massiccia di cittadini, quasi duecento, che si sono alternati al microfono per discutere su cosa sta succedendo e su cosa si potrebbe fare.
Tante le idee per incanalare una rabbia che va crescendo da mesi, e che ogni giorni si alimenta dovendo fare i conti con le continue notizie che arrivano dalla A26, tra chiusure, limitazioni di carreggiate, crolli e code chilometriche, e dalle strade provinciali: i molti disagi patiti per andare al lavoro, quando si ci riesce, e per rientrare a casa, sono ferite vivissime, che fanno il paio con una incertezza inquietante sulla sicurezza per la tenuta delle infrastrutture viarie.

E sono in molti a chiedere a gran voce il “pugno duro” e di dare battaglia, dichiarando di fatto “guerra ad Autostrade per l’Italia”: “Dobbiamo continuare a documentare tutto – si propone – ognuno di noi potrebbe ‘adottare un viadotto’ per portare avanti una continua supervisione e smetterla di farci prendere in giro”.

Ma non solo: c’è chi lancia boicottaggi, chi propone di pretendere una task force permanente al livello istituzionale più alto possibile, chi pensa a scrivere al presidente della Repubblica, chi vorrebbe provare a mettere intorno ad un tavolo tutti i protagonisti di questa situazione per “inchiodarli alle loro responsabilità”.

C’è anche chi tira in ballo le ferrovie, altro tasto dolentissimo della vallata, che negli anni ha visto diminuire il servizio di trasporto pubblico, spesso in tilt per situazioni meteo anche solo leggermente critiche (come la neve: “in valle la neve cade tutti gli inverni, da millenni, perchè da qualche anno i treni si fermano?”) e che in queste settimane di emergenza autostradale non è riuscito (o “non si è voluto”) ad essere una alternativa vera alle autostrade per i cittadini.
Presenti anche i sindaci Gianni Oliveri, Campo Ligure, Katia Piccardo, Rossiglione, Paolo Lantero, Ovada, e Enrico Piccardo, Masone. “Dobbiamo portare queste criticità al più alti livello istituzionale possibile – ha sottolineato Oliveri – per poter sfruttare questa situazione non solo per tornare a prima dell’emergenza, ma meglio in qualche modo per quanto riguarda i servizi“.
“Una valle depauperata da scelte politiche sbagliate – ha sottolineato il primo cittadino di Masone – Non abbiamo la possibilità di fare affidamento alle cure d’urgenze: per andare all’ospedale di Ovada ci volevano 8 minuti da Masone con un codice rosso, oggi ci vuole un’ora…”

Presenti anche due rappresentati del Comitato dei Pendolari, che ha ricordato tutti i disservizi dl trasporto su ferro: “Nel momento dell’emergenza sono stati sostituiti treni con pullman, dimostrando che queste aziende probabilmente non si parlano, e poche sono le occasioni per parlare con le istituzioni a livello regionale”.
Insomma in Valle Stura il vaso è colmo, e da un pezzo, e ora i residenti hanno deciso che non si può andare oltre e bisogna “alzare la testa e tenere il fiato sul collo su aziende e istituzioni”. Indietro non si torna: attivata una casella mail per raccogliere segnalazioni e idee (gruppo.viabilita.vs@gmail.com) e, fatte le prime verifiche legali sulle procedure, si è partiti con la costruzione di un esposto (contro Autostrade ma non solo) e una possibile class action, allargata eventualmente anche a residenti e cittadini non solo della Valle Stura.
E poi la presenza fisica: il 16 gennaio, dopo diverse richieste, i sindaci sono stati convocati dalla prefettura di Genova per fare il punto della situazione insieme a rappresentati di enti locali Aspi, Rfi, Anas, e potrebbe essere l’occasione per “accompagnare” i primi cittadini sotto il palazzo del governo, portando a Genova un presidio di protesta. E magari dare quella scossa per tutta la città, ammutolita e forse “troppo silente” rispetto a quanto sta succedendo da quel maledetto 14 agosto ad oggi.
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