Genova. La Siria e la Somalia. La Libia e l’Ucraina. Ma anche le grandi città colpite da una violenza diffusa e il dramma dei profughi in fuga dai conflitti. Sono stati molti i luoghi e le situazioni ricordate nella marcia in occasione della 53esima Giornata mondiale della Pace che, nella giornata di Capodanno ha riunito, anche a Genova, un centinaio di cristiani e credenti di tutte le religioni, per la Marcia della Pace, celebrata, a Genova, dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo del capoluogo ligure e presidente dei vescovi europei.
Un massaggio partito da Roma dove Papa Francesco, da piazza San Pietro, ha ricordato, nel discorso: “La pace come cammino di speranza”, la sua visione della pace fondata sul dialogo, la riconciliazione e quella che il Pontefice chiama “conversione ecologica”. Il Santo Padre, nel suo messaggio da piazza San Pietro, ha, infatti, sottolineato che “non si ottiene la pace se non la si spera”.
E per sostenere le parole e le azioni di pace del Vaticano sono scesi in piazza in tanti, convocati da Sant’Egidio a Genova, Roma e in oltre 900 città di tutti i continenti: italiani e immigrati, giovani ed anziani, che hanno testimoniato i tanti luoghi in cui si può lavorare per il dialogo e la riconciliazione anche nelle città dell’Europa in pace.