Genova. Cassa Depositi e Prestiti è pronta a finanziare a Genova progetti per decine di milioni nel settore marittimo-nautico. È quanto annuncia il responsabile della divisione imprese, Nunzio Tartaglia, durante la presentazione dell’ultimo report sull’economia del Nord Ovest a Palazzo Tursi, a tre mesi dall’apertura della sede territoriale della società in via Casaregis.
“La presenza fisica si sta rivelando un elemento importante di contatto col territorio – spiega Tartaglia -. In questi due mesi abbiamo incontrato più di 50 aziende, stiamo valutando una decina di opportunità concrete di cui due in avanzato stato di attuazione. Tenuto conto che siamo in una fase di finalizzazione preferisco non fare nomi, il settore è quello marittimo-nautico e parliamo di qualche decina di milioni di euro“.
Cdp in città ha già grosse partecipazioni in aziende di peso come Fincantieri e Ansaldo Energia. In questo caso però si tratterà di “operazioni di finanziamento a progetti di investimento delle aziende, sia per operazioni di crescita organica sia per auspicabili operazioni di crescita esterna, noi contribuiamo a fornire risorse finanziarie in sinergia col sistema bancario”, prosegue Tartaglia.
È sempre alta, dunque, l’attenzione della controllata del Mef su Genova – come dimostrano anche le ultime notizie in tema di trasporto pubblico – un territorio che mostra segnali economici positivi nonostante l’isolamento infrastrutturale. “Ci sono tre aspetti interessanti – spiega Andrea Montanino, capo economista e coordinatore del Focus sul Nord-Ovest – Il primo è quello della portualità e logistica, la regione può diventare il passaggio delle merci dall’Italia verso l’estero e viceversa, ovviamente non basta il porto ma servono le infrastrutture. Il secondo è la tecnologia: qui ci sono l’IIT, che è diventato un’eccellenza mondiale e che, se messo in rete coi politecnici di Torino e Milano e con la finanza lombarda può diventare un hub tecnologico per tutta l’Italia. Poi c’è il tema della dimensione delle imprese, che sono un po’ più grandi che nel resto d’Italia e questo permette di generare innovazione”.
“Questo è un territorio che ha retto meglio di altri dopo la crisi, per due ragioni – spiega Montanino – anzitutto perché ha saputo individuare mercati di sbocco esteri più dinamici e promettenti, dall’altra lo spostamento verso servizi a valore aggiunto che sono riusciti a creare più occupazione”. Alla Liguria, sede del primo porto mercantile italiano con la movimentazione di oltre 2,6 milioni di TEU nel 2018, corrispondenti al 24,6% del traffico container nazionale, spetta un ruolo di primo piano: “Ad esempio – continua Montanino – l’export della Liguria verso la Cina è più importante di ciò che succede a livello nazionale, ma ci sono anche gli Emirati Arabi”.