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Inno d’Italia e cravatta obbligatoria ma anche norme per sveltire il dibattito: ecco il nuovo regolamento del consiglio comunale

Arriva venerdì in commissione per essere presto votata definitivamente. Dettagli, ma non di poco conto

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Genova. Dall’inno nazionale suonato per conferire solennità a particolari sedute all’obbligo di giacca e, possibilmente, cravatta per i consiglieri di sesso maschile, ma anche accorpamento di ordini del giorno ed emendamenti per sveltire le pratiche (tagliare il dibattito, secondo l’opposizione) e modifiche ad alcuni passaggi come la presentazione di art.55 o le risposte degli assessori alle interrogazioni a risposta rapida.

Venerdì 17 gennaio il nuovo regolamento del consiglio comunale sbarca in commissione consiliare Affari istituzionali per arrivare, molto presto, anche alla discussione definitiva in consiglio. Le modifiche introdotte sono state proposte nel corso degli ultimi mesi da diversi esponenti della maggioranza, Mario Mascia, Alberto Campanella, Stefano Costa, Francesco De Benedictis e Lorella Fontana.

Una di quelle che hanno attirato maggiormente l’attenzione è quella relativa all’esecuzione dell’inno di Mameli. Il testo definitivo che sarà proposto alla commissione prevede che “per conferire maggior solennità a particolari sedute sarà suonato, anche in parte e con l’ausilio di idoneo supporto audio multimediale, il “Canto degli Italiani” adottato ex lege come inno nazionale”.

Sarà inoltre, fatto obbligo ai consiglieri di presentarsi in abbigliamento consono alla dignità del mandato ricevuto. In particolare, la novità, riguarda il fatto che “consiglieri e assessori comunali di sesso maschile debbano indossare giacca e possibilmente cravatta alle relative sedute” con buona pace di chi si presentava in aula rossa in camicia e pullover o persino in felpa e t-shirt.

Articoli formali a parte, tra le modifiche più discusse c’è quella che prevede che “in caso di più emendamenti o ordini del giorno relativi ad atti sottoposti al consiglio e su cui la giunta si è espressa in modo univoco, il presidente possa disporne la votazione congiunta, salvo che non sussista motivato dissenso da parte di un consigliere, nel qual caso la decisione è rimessa alla conferenza capigruppo all’uopo convocata”. Cristina Lodi, capogruppo del Pd, anticipa: “Continuiamo a non essere d’accordo, perché si tenta di semplificare troppo la discussione”.

Non convince l’opposizione neppure la nuova modalità con cui si potranno presentare degli articoli 55, ovvero dichiarazioni o espressioni di sentimento su fatti di interesse pubblico, I consiglieri dovranno presentarli per fare richiesta di approvazione entro l’ora di vocazione della conferenza dei capigruppo della seduta precedente, quindi con largo anticipo.

Infine intervento di merito per quanto riguarda le risposte di sindaco e giunta alle interrogazioni dei consiglieri – articoli 54 – gli assessori o il sindaco saranno tenuti ad adempiere agli impegni assunti nell’atto della risposta. Non basteranno più, quindi, le rassicurazioni in stile “ci stiamo lavorando”. Forse più facile a dirsi che a farsi.

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