"nessuno si deve vendere"

Inchiesta crollo ponte Morandi, il gip nega le registrazioni delle riunioni tra i consulenti

Tutta la questione è nata perché i periti avevano lamentato pressioni da parte dei consulenti di parte

Crollo ponte Morandi, the day after

Genova. Il giudice per le indagini preliminari Angela Nutini ha respinto la richiesta di uno dei legali degli indagati nell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi di acquisire tutte le registrazioni delle riunioni tra i periti e i consulenti delle parti.

Durante l’udienza per l’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi, l’avvocato Giorgio Perroni, che difende Michele Donferri Mitelli, ex direttore delle manutenzioni di Autostrade per l’Italia, ha chiesto al giudice di acquisire le registrazioni di tutte le riunioni dei consulenti. Uno dei periti ha però ammesso che non tutte sarebbero state conservate. “Se così fosse – ha sottolineato l’avvocato – ci sarebbe una lesione del diritto di difesa. E a questo punto ci riserviamo di sollevare eccezioni. Non mi aspettavo che la richiesta venisse accolta. Ma è emerso in maniera inoppugnabile che i periti hanno registrato e cancellato. Il giudice ha ritenuto che questo non fosse rilevante ma io la penso diversamente”.

Secondo l’avvocato “Quando un pubblico ufficiale registra delle riunioni collegiali, non è come una registrazione fatta tra amici al bar. Quelle riunioni sono registrate da un pubblico ufficiale, sono riunioni che integrano il verbale e che quindi, secondo me, devono essere messe a disposizione delle parti e dei difensori”.

Tutta la questione è nata perché i periti avevano lamentato pressioni da parte dei consulenti di parte, tali da non consentire uno svolgimento sereno del loro lavoro.

Nessuno si deve vendere“. È questa la frase pronunciata da uno dei consulenti degli indagati nell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi nei confronti dei periti del gip Angela Nutini e finita nella segnalazione da parte del giudice alla procura di Genova. La segnalazione è adesso in mano al procuratore aggiunto Francesco Pinto che nelle prossime ore potrebbe aprire un fascicolo per oltraggio a pubblico ufficiale sulle pressioni denunciate dal gip cui sarebbero sottoposti gli esperti nominati dal giudice.

“La frase incriminata – sostiene Perroni – è stata strumentalizzata perché nel processo penale, sia in udienza sia nelle riunioni peritali, ci sono sempre dei momenti di tensione. Quel giorno i toni erano aspri da entrambe le parti. Il giudice avrebbe dovuto farsi consegnare tutta la registrazione. I consulenti stavano facendo il loro lavoro e tutto quello che si è verificato è stata una strumentalizzazione di una vicenda che non doveva neanche nascere”.

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