Genova. Fischi, qualche urlo, e la comparsa dell’ormai storico e iconico striscione “Pacta servanda sunt” che da anni accompagna la vertenza Ilva.
Una protesta decisa: gli operai dell’Ilva non ci stanno, nel pieno della difficile trattativa tra Governo e Arcelor Mitta, da cui fra l’altro i sindacati sono esclusi, ad ascoltare il saluto dell’ad di Arcelor Lucia Morselli durante la cerimonia per il 41esimo anniversario dell’omicidio di Guido Rossa.
Per questo non appena l’ad ha preso la parola sono usciti dal capannone dove si svolgeva la cerimonia. “Quella vuole tagliare delle teste, non vogliamo ascoltare quello che dice” ha detto più di un lavoratore a voce bassa”. Al rientro il coro: “Vergogna”.
“Guido Rossa ha sacrificato la sua vita per un senso di lealtà. Verso cosa? La sua azienda il suo posto di lavoro che avrà sentito minacciato. Mi sono chiesta perché un gesto di così grande coraggio, perché bisogna proteggere le aziende? Io credo si difendono le aziende perché difendendole si difende la libertà, sono garanti della libertà e in realtà quando c’è il lavoro ci sentiamo tutti più liberi”. Queste le parole del discorso di Lucia Morselli, pronunciate durante la commemorazione, mentre gli operai erano simbolicamente usciti dal capannone.
“Vorrei fossimo capaci di non identificare mai le aziende con una situazione di crisi e le persone che possono piacerci o meno. Le aziende devono piacerci sempre, al di là delle persone che in quel momento le possono rappresentare. Al di là delle posizioni diverse stiamo tutti dalla parte dell’azienda, perché siamo tutti dalla stessa parte”, ha concluso, accolta dai fischi dei lavoratori.