Tarragona. Una grossa esplosione ha scosso nel tardo pomeriggio la zona industriale di Tarragona, in Catalogna, nel nord della Spagna. L’incidente è avvenuto in un polo petrolchimico in località La Canonja, a 600 metri dalle abitazioni. Il bilancio parziale diffuso in serata dai media locali è di un morto accertato, un disperso e diversi feriti (otto secondo alcuni siti d’informazione). Sul posto si è sviluppata una densa nube di fumo che non sarebbe tossica, secondo quanto riferito dalle autorità catalane.
L’esplosione è partita dalla Iqoxe, un’impresa che tratta ossido di etilene, un composto altamente infiammabile con cui si producono diverse materie prime per l’elaborazione di prodotti cosmetici, detergenti, schiume, anticongelanti e prodotti per l’industria farmaceutica. È l’unico produttore d’ossido di etilene in Spagna con una capacità di produzione fino a 140mila tonnellate annue. Secondo quanto denunciato da un sindacato spagnolo, non avrebbe funzionato il sistema d’emergenza, nonostante le carenze fossero state denunciate tempo fa.
Sebbene sui social di area genovese la notizia stia suscitando preoccupazione, in riferimento ai nostri depositi di Multedo e al dibattito sul loro spostamento, sussistono differenze tecniche sulla tipologia industriale di impianto industriale. Il polo di Tarragona sostanzialmente processa e produce sostanze, mentre i depositi chimici genovesi stoccano e dispensano.
Altre tipologie di impianti, altre tipologie di rischio: non mancano le potenziali criticità per quanto riguarda le attività dei depositi, tanto che anche i nostri sono considerati a rischio di incidente rilevante, cosa che impone alle autorità di predisporre i piani di emergenza estera. Il problema nostro è che questi piani ad oggi non sono stati ancora aggiornati, cosa che impoverisce il dibattito pubblico sul tema.