Genova. E’ ufficialmente nato il “Comitato Autostrade Chiare”, un comitato “apartitico, formato solo dalla coscienza civica di ognuno di noi – così viene descritto dai soci fondatori – la cui forza sta nel numero, e in quel poco che ognuno di noi può dare a suo sostegno. Cambiare le cose dal basso, lottando contro colossi per una giustizia che dovrebbe essere garantita, e stimolando quella classe politica che per quanto possiamo dire ci rappresenta, è la nostra missione, e per questo abbiamo bisogno di ognuno di voi.
Il comitato raccoglie l’eredità ‘pesante’, in termini di numeri, dell’omonimo gruppo Facebook nato a dicembre. “Stiamo vivendo in quest’ultimo mese un sogno che si chiama risveglio” spiega Luca Ternavasio, uno dei fondatori del comitato (gli altri sono Ottaviano Cimarosti, Marco Mattiozzi, Renato Bacciarelli, Davide Pagnacco, Massimo Sanguedolce, Patrizia Ottonello).
Il primo appuntamento pubblico, per contarsi (difficile che i 60 mila membri del gruppo arrivino tutti a Genova ma gli organizzatori sperano che qualche migliaia di persone sarà in piazza) è il 15 febbraio alle 15 in largo Pertini.

Adesivi, magliette, volantini sono in fase di stampa e i gazebo sono stati prenotati. Per questo il comitato chiede a ci se la senta una donazione e comunica l’iban (BANCO BPM, IBAN IT58V0503401403000000002323 intestato a COMITATO AUTOSTRADE CHIARE). Tutto ciò che avanzerà verrà tenuto per organizzare un nuovo evento o devoluto in beneficienza alla Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada. Per iscriversi al comitato, si può scrivere in privato ai promotori oppure inviare una mail a info@autostradechiare.it.
La manifestazione del 15 febbraio sarà per illustrare le iniziative del comitato anche dal punto di vista legale e per chiedere giustizia per le vittime e sicurezza per tutti. Il giorno precedente, il 14 febbraio, alcuni esponenti del comitato saranno insieme ai famigliari delle vittime all’autogrilli di Genova Ovest per manifestare le stesse richieste e chiedere giustizia per le 43 persone che hanno perso la vita nel crollo del ponte Morandi.
“Ci hanno dato dei fessi, degli illusi, delle sardine, dei Pro-Benetton e attendo qua sotto ancora altri commenti più originali – spiega ancora Ternavasio in un post – ma tant’è che continuiamo a progettare cosa chiedere, come chiedere, a chi chiedere: continuiamo a sognare di poter cambiare qualcosa partendo dalla tastiera che sto battendo ora”.
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