Il piano

Coronavirus, la Liguria si prepara all’emergenza: “Oggi rischio basso, ma Genova è un punto caldo”

Gli esperti: "Nel dubbio contattate il 112". Hub regionale al San Martino, disponibili 150 posti letto

Generica

Genova. “Considerato che qui ci sono un aeroporto internazionale e un porto che riceve il 22% delle sue merci dal sud-est asiatico, chiaramente Genova è un punto caldo“. Lo ha detto Filippo Ansaldi, direttore della prevenzione in Alisa, facendo il punto sul piano predisposto dalla Regione Liguria per far fronte a possibili casi di coronavirus dopo lo stato d’emergenza dichiarato dalla protezione civile nazionale.

Oggi il rischio in Liguria è decisamente basso – ha precisato Ansaldi – ma il sistema è pronto a fronteggiare un caso importato. Abbiamo messo a punto tutti i momenti di possibile accesso del paziente. Ai medici di famiglia abbiamo chiarito cosa devono fare se ricevono una chiamata o si trovano di fronte a un caso sospetto”.

Allertati tutti i reparti di malattie infettive della regione, i posti letto a disposizione sono circa 150 concentrati all’ospedale San Martino di Genova che fungerà anche da centro diagnostico specializzato. “Il sistema è flessibile, come richiesto dall’Organizzazione mondiale della sanità”, ha detto Ansaldi.

“In base alle indicazioni ricevute dal ministero della salute ci siamo attivati istituendo una task force regionale – ha spiegato l’assessore alla sanità Sonia Viale – in modo da avere identici input su tutta la regione”. Il sistema prevede che i casi sospetti vengano segnalati direttamente al numero unico 112 e centralizzati al San Martino o all’istituto Gaslini in caso di pazienti pediatrici. “Siamo quotidianamente in contatto con gli uffici competenti del ministero della salute”. Per quanto riguarda le suole “il ministero dell’istruzione è deputato a dare indicazioni corrette ai presidi”, ha continuato Viale.

Ma cosa deve fare chi accusa sintomi e pensa di essere stato infettato dal coronavirus? “Ci sono due modi per definire un caso sospetto – spiega Ansaldi -. Il primo è un paziente che accusa una sindrome respiratoria severa, con febbre, tosse e soprattutto dispnea. Chi presenta un quadro simile deve andare in ospedale a prescindere, anche se non si trattasse del nuovo coronavirus di origine cinese. L’altra definizione tipica è quella di un paziente con sintomi da tipica influenza che però è entrato in contatto stretto con un caso sospetto o confermato di coronavirus. Ad esempio, una persona che viene dalla Cine e ha la tosse e la febbre di per sé non è un caso sospetto. In ogni caso il 112 è il numero che il paziente deve fare. Gli operatori sanno esattamente cosa fare”.

Il rischio, hanno ribadito gli esperti, non riguarda le merci in arrivo a bordo delle navi, ma l’allarme potrebbe scattare se ad esempio si venisse a conoscenza di casi sospetti tra i membri degli equipaggi dei cargo in arrivo dalla Cina. In questo caso la struttura competente è l’Usmaf (l’ufficio sicurezza marittima del ministero della salute), che ha una sede anche a Genova. Stesso discorso vale per i passeggeri di traghetti e crociere: in questo caso le stazioni marittime sono già pronte a intervenire con misure precauzionali.

Nei prossimi giorni “ci sarà una riunione con Borrelli e domani un’ulteriore riunione partecipata da Alisa che per Regione Liguria coordina questo sforzo – riferisce il presidente Giovanni Toti -. Aspettiamo di capire quali scelte farà la protezione civile nazionale, come la nomina di un commissario per l’emergenza. La macchina dell’emergenza, che per quanto ci riguarda è potenziale, perché non esistono casi segnalati, funziona in coordinamento con porto e aeroporto”.

Più informazioni
leggi anche
msc crociera - terminal traghetti - porto di genova
Pericolo dal mare
Coronavirus, occhi puntati su traghetti e crociere: a Genova pronti guanti e mascherine nei terminal
salute medico medicina
Emergenza globale
Coronavirus, task force operativa in Liguria: allertati i medici di medicina generale
MSC Seaview
Allarme
Coronavirus, dichiarata l’emergenza globale: Msc vieta le crociere a chi è stato in Cina
Terminal Spinelli
Batosta
Porto di Genova, disastro autostrade: il 2019 si chiude in calo. E ora spaventa il virus dalla Cina
Costa Smeralda, le immagini della presentazione
Emergenza
Coronavirus, allarme sulle navi: anche Costa vieta le crociere a chi è stato in Cina
Generica
Danni
Coronavirus, Spediporto: “Con il blocco dei voli per l’Asia aumento del 400% dei costi per l’export”
Generica
Sanità
Coronavirus, Regione Liguria in contatto con protezione civile nazionale
Generica
Curiosità
Altro che Coronavirus: quando i genovesi importarono dalla Cina la terribile peste nera
San Martino ospedale pronto soccorso codice rosso sanità policlinico
Falso
Coronavirus, nuovo allarme al San Martino per una donna rientrata dalla Cina
Conoscere il coronavirus
Documento
Coronavirus, il capogruppo Lega in Regione chiede controlli sugli studenti che tornano dalla Cina
Generica
Controlli
Coronavirus, misurazione della temperatura a chi rientra in aereo dalla Cina
Turisti cinesi Liguria
Ricadute
Coronavirus, l’allarme stronca il turismo in Liguria: nel 2020 perderemo 127 milioni di euro
San Martino ospedale pronto soccorso codice rosso sanità policlinico
Emergenza
Coronavirus, a Genova pronte ambulanze dedicate per pazienti infetti a bordo delle navi
Generica
Virus
Coronavirus, genovesi in fuga dai ristoranti cinesi: “Noi vittime di razzismo, ora rischiamo di fallire”
Generica
Allarme
Coronavirus, prime ricadute sul porto di Genova: merci dalla Cina in calo del 5%

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.