Masone. Un chilometro di coda in direzione Genova e traffico rallentato dopo il passo del Turchino. Il primo giorno del 2020 porta con sé nuovi disagi sull’autostrada A26. Per ora sono limitati, ma rischiano di essere il preludio ad altri giorni di caos dopo l’ennesimo inconveniente dell’anno appena concluso, la chiusura della galleria Berté dove la volta del tunnel si è sbriciolata sulla carreggiata.
Da oggi è in vigore lo sconto del 50% sul pedaggio per le percorrenze tra Ovada e Albisola, utilizzate soprattutto dai residenti delle regioni del Nord che trascorrono le vacanze in riviera. Una compensazione che però non serve ad attenuare i disagi dovuti alle code. Non solo per la chiusura della galleria Berté, ma anche per i restringimenti ancora attivi sui viadotti Fado e Pecetti, finiti nel mirino della Procura perché considerati a forte rischio. Nei prossimi giorni, con la ripresa del traffico pesante da e verso il porto, si teme una nuova emergenza viabilità.
Da Autostrade al momento non trapelano informazioni sui tempi di riapertura nel tratto interessato dal crollo. Anzi, potrebbe volerci più tempo del previsto perché non sono in corso solo i lavori di ripristino, ma anche le verifiche sulle condizioni dell’intera galleria. Il traffico scorre in entrambe le direzioni sulla galleria parallela grazie a un bypass realizzato in corrispondenza del casello di Masone, che per questo motivo resta chiuso verso Genova (è obbligatorio raggiungere Ovada e da lì tornare indietro).
Il materiale caduto sulla strada, rivestimento esterno ma anche pezzi di cemento, è stato sequestrato dalla Procura che valuterà eventuali azioni nei prossimi giorni. A saltare all’occhio, nel nostro viaggio all’interno della galleria, è soprattutto la gran quantità d’acqua piovana presente all’interno. Se il crollo sia stato provocato o meno dalle infiltrazioni spetterà a tecnici e periti dirlo con certezza. Di certo le condizioni delle altre gallerie su A7 e A12, come documentato nel nostro reportage, non sembrano rassicuranti.