Genova. Sono passati già tre anni da quando un incendio devastante distrusse 800 ettari di vegetazioni alle spalle di Nervi, nel levante di Genova. Un rogo scatenato dalla disattenzione umana e che lascia, ancora oggi, il segno sulle colline affacciate sul mare.
Era la sera del 16 gennaio 2017. Sulla autostrada A12 c’era un cantiere e le scintille sfuggite a una fiamma ossidrica fecero scaturire le prime fiamme. Il vento e il fatto che l’erba e gli arbusti fossero secchi fecero il resto. Il rogo continuò a bruciare per giorni. Si avvicinò alle case. Un fumo denso era visibile da tutta la costa. In quegli stessi giorni di tramontana un altro vasto incendio interesso le alture di Pegli, a ponente.
Oggi si attende l’avvio del processo, nel quale anche il ministero dell’Ambiente si è costituito parte civile. Sono due gli imputati, l’operaio capocantiere che stava lavorando con la fiamma ossidrica e il responsabile della sicurezza. L’accusa è di incendio colposo aggravato.
Intanto alcune associazioni ambientaliste e di cittadini, da qualche mese, hanno avviato un’iniziativa per attuare il rimboschimento del versante colpito dall’incendio. Si chiama 1000 trees project e vede la collaborazione di tanti privati cittadini e delle associazioni Circolo Nuova Ecologia Legambiente, Cittadini Sostenibili, Surfrider Genova, i ragazzi di Fridays for future e Occupy Nervi. Anche alcune aziende sono state coinvolte come sponsor per l’acquisto del materiale. Questa domenica 19 gennaio nuovo appuntamento alle 10 per andare a interrare un nuovo lotto di piante.