Genova. Il militari del Primo Gruppo della Guardia di Finanza di Genova, guidati dal colonnello Ivan Bixio, che indagano sul crollo del ponte Morandi e sui falsi report sui viadotti, hanno acquisito nei giorni scorsi il materiale video-fotografico raccolto da Genova24 relativo al viadotto Recco (che potete trovare in questo servizio), insieme al servizio realizzato due giorni dopo dal Tg2.
Nel video, realizzato dal nostro Nicola Giordanella, e poi ripreso da diverse testate nazionali, viene documentata la presenza di acqua all’interno di almeno un pilone del viadotto della A12, in servizio dal 1967, le cui pile più orientali sembrano non essere in perfetto stato di salute. Nelle immagini appare evidente l’ammaloramento, almeno superficiale, delle strutture con copriferro staccato in molteplici punti, e l’armatura in ferro che si sbriciola al tocco.
Qualche giorno prima gli uomini della Guardia di Finanza di Genova avevano fatto ispezioni e perquisizioni mirate su altri viadotti, ma dopo le immagini diffuse sul web e in televisione, hanno deciso di vederci più chiaro, acquisendo materiale dedicato a questa grande infrastruttura che ha una valutazione di 40 per quanto riguarda il suo stato di salute, ma che ancora non ha avuto una perizia svolta da ente terzo (oppure non se ne sanno ancora i risultati).
Nel frattempo la notizia ha fatto il giro del paese, diventando caso nazionale: lo stesso sindaco di Recco, Carlo Gandolfo, ha scritto una lettera a Autostrade per l’Italia e alla procura di Genova per “esprimere la preoccupazione dell’Amministrazione comunale e per offrire la propria collaborazione, esercitando quelle prerogative riconosciute dalla legge al primo cittadino”.
Per tutelare la comunità recchelina, il sindaco ha ricordato ad Autostrade Spa che “nelle vicinanze del viadotto in Località San Rocco insistono numerose abitazioni, una chiesa, una scuola d’infanzia e varie attività economiche frequentate da centinaia di persone ogni giorno” e chiede “di informare l’Amministrazione Comunale in merito alla situazione di stabilità delle ricordate strutture e di mettere in atto qualunque tipo di iniziativa anche di carattere straordinario al fine di verificare immediatamente se la situazione evidenziata possa causare un pericolo per l’incolumità delle persone“.
Nel passaggio della lettera Carlo Gandolfo si rivolge direttamente al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Genova Francesco Cozzi, “in considerazione dell’attenzione che la Magistratura ha dimostrato”, offrendo “la completa e totale collaborazione mia personale e dell’Amministrazione Comunale di Recco, al fine di prendere tutti i provvedimenti necessari di mia competenza affinché la comunità da me rappresentata possa continuare ad esercitare le proprie quotidiane attività in condizione di piena sicurezza“.
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