Competitività

Vado Gateway strategico per servire Nord Ovest ed Europa Centrale, a regime movimentato 1 mln di Teu

Signorini rassicura: "Non c’è un problema di sottrazione di traffici ad altri porti"

È il "VG Day": l'inaugurazione del Vado Gateway

Vado Ligure. Un investimento complessivo di circa 450 milioni di euro, di cui 180 milioni da parte di Apm Terminals (ripartiti proporzionalmente a seconda della partecipazione dei soci), 43 dei quali in project financing, il primo caso italiano di un progetto portuale realizzato in questo modo: il committente dell’opera, l’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, ha firmato proprio oggi la concessione cinquantennale ad Apm Terminals.

Un investimento, quello dell’Authority, di 310 milioni, di cui 254 per la struttura del Terminal, il resto per accessibilità e gate.

Un progetto di respiro internazionale, visto che la holding a capo di Apm Terminals Vado Ligure spa, la società italiana che gestisce Vado Gateway, è composta da Apm Terminals col 50,1%, insieme ai cinesi Cosco Shipping Ports col 40% e Qingdao Port International, con il 9,9%.
Si tratta di una delle principali società terminalistiche al mondo, con una rete di 74 terminal operativi, distribuiti in 58 Paesi, al servizio di oltre 60 compagnie di navigazione. Oltre a Vado Gateway, la Società ha altri nuovi progetti di terminal in fase di sviluppo nel mondo, dove attualmente conta circa 22 mila dipendenti.

“Oggi si apre una grande porta – dice il sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano – una nuova fase di sviluppo per nuove realtà produttive”. Perché a beneficiare dell’effetto del Terminal non sarà solo il settore prettamente portuale, ma anche tutto l’indotto. Secondo il sindaco la piattaforma è “l’unica strada per rilancio produttivo; servirà a traghettare la provincia fuori dall’area di crisi”.

“Con Vado Gateway ora sono tre i terminal full container che possiamo offrire nel nostro sistema portuale”, afferma Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Adsp del Mar Ligure Occidentale. I vantaggi rispetto ai competitor partono proprio dal fatto che sia il Terminal più avanzato nel Mediterraneo Occidentale. “Serviremo di più e meglio il Nord Italia e speriamo di intercettare anche qualche quota di mercato che va in Nord Europa, con un terminal come questo si può provare a farlo”.
Apm non ha scelto Vado Ligure a caso, Morten H. Engelstoft, amministratore delegato di Apm Terminals, spiega: “Vado è in una posizione strategica per raggiungere il Centro Europa e il Nord della Francia. Un simile business non è possibile in nessun’altra location”. Il mercato di riferimento è il Nord Italia, la Svizzera, la Germania e la Francia Nord-Orientale. Non è neanche un caso che a investire in quest’opera siano stati anche i cinesi: Vado si inquadra come uno dei terminali marittimi della Belt and road initiative, in Italia rinominata la “Nuova via della seta”, il più grande investimento infrastrutturale al mondo effettuato proprio dalla Cina.

Oggi l’inaugurazione, ma il Terminal sarà a regime solo a partire dall’anno prossimo, visto che l’utilizzo di tutti i 700 metri di banchina è annunciato per luglio 2020, mentre a febbraio cominceranno a fare scalo due navi Maersk, come specifica Paolo Cornetto, amministratore delegato di Apm Terminals Vado Ligure spa: “Raggiungeremo determinati numeri gradualmente, così come graduale sarà lo sviluppo dei volumi”. A regime Vado Gateway movimenterà circa 900 mila Teu all’anno che, uniti ai 250 mila del Reefer Terminal (Apm Terminals Vado Ligure spa controlla anch’esso), consentirà al sistema portuale savonese di superare il milione.

“Non c’è un problema di sottrazione di traffici ad altri porti italiani – spiega Signorini – perché ogni porto italiano ha un suo bacino, un suo mercato di riferimento che ha convenienze di costo difficilmente superabili”.

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