Forse è lui

Regionali 2020, sul fronte anti Toti prende quota l’idea Massardo: “Il miracolo è possibile”

Il professore sconfitto da Comanducci per il rettorato piace agli intellettuali del M5s ma anche a una parte del centrosinistra. E se fosse davvero lui il contendente di Toti alle prossime elezioni?

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Genova. “Quella partita l’ho giocata da solo contro tutti. In un certo senso è stato un miracolo. E a noi piacciono i miracoli”. Aristide Massardo non smentisce nulla. Il suo nome viene pronunciato con insistenza sempre maggiore come possibile candidato di una larghissima coalizione che raccoglierebbe in pratica tutti gli avversari di Giovanni Toti. Fonti interne all’ambiente dicono addirittura che “ormai è fatta”. Classe 1954, ingegnere, professore ordinario all’Università di Genova, ex preside della sua facoltà, strenuo oppositore del progetto Erzelli e sconfitto da Paolo Comanducci (anche lui nel toto-candidature) nella corsa al rettorato: “Ma avrei vinto coi voti dei professori”, ricorda.

Quello di Massardo non è l’ennesimo nome ‘bruciato’ dai giornali per un motivo su tutti: i suoi sponsor non sono da cercare nei partiti del centrosinistra, ma negli ambienti accademici vicini al Movimento 5 Stelle.

Tra questi c’è l’architetto urbanista Giovanni Spalla, autore del restauro del Ducale e militante storico di Italia Nostra. Che non fa mistero di ciò che bolle in pentola: “C’è un gruppo proponente che sostiene la candidatura civica di Aristide Massardo, stiamo sondando tutte le sfere della società cercando di mantenere l’equidistanza rispetto ai partiti. Attualmente c’è un dialogo con una vasta parte del Movimento 5 Stelle, ma anche col Pd e gli altri soggetti. Siamo anche molto avanti col programma”.

L’altro intellettuale indicato come sostenitore di Massardo è Pierfranco Pellizzetti, 72 anni, più volte docente nell’ateneo ligure, oggi blogger de Il Fatto Quotidiano e voce critica nei confronti dell’attuale gruppo dirigente pentastellato. Ma l’ipotesi non dispiace nemmeno all’area più moderata (alcuni suggeriscono addirittura l’appoggio dell’ex assessore di Bucci, Giancarlo Vinacci) e al gruppo Ge9Sì dell’ex assessore Arcangelo Merella, che lo ha ospitato di recente a un’iniziativa politica. Chi dovrebbe fare un passo indietro è il Pd, che avrebbe visto meglio piuttosto l’attuale rettore Paolo Comanducci.

In questi giorni gli incontri organizzati dal ‘comitato promotore’ procedono in maniera frenetica. Tra i partecipanti si citano don Paolo Farinella, Luca Borzani, i rappresentanti locali del movimento delle sardine, numerose associazioni della sfera progressista ma anche categorie produttive. “Con le persone che mi hanno convinto stiamo incontrando la società civile per capire se ci sono gli spazi – conferma Massardo -. Nessuno vuole imporre niente a nessuno, la nostra è una proposta che vuole radunare le forze su ciò che abbiamo in comune”.

Dunque il miracolo è possibile? “Dobbiamo capire se c’è la possibilità di vincere. Altrimenti nessuno mi obbliga, ho già perso una volta”, mette in chiaro Massardo. Le tre parole d’ordine? “Etica, trasparenza e competenza. Per me sono gli aspetti fondamentali”. E proprio il suo curriculum, che vanta numerosi incarichi in grosse aziende in Italia e all’estero, è un elemento che potrebbe piacere in maniera trasversale al centrosinistra così come al Movimento 5 Stelle. A supporto della candidatura, di stampo civico ma anche ‘tecnico’, verrebbero affiancati altri due nomi come futuri assessori (uno sarebbe proprio Spalla).

Ma nel mondo dei partiti che si dice di Massardo? Al tavolo del ‘campo progressista’ coordinato da Simone Farello (probabile futuro segretario regionale al posto di Vattuone) l’ipotesi non è ancora approdata ufficialmente, ma il nome è senza dubbio tra quelli più chiacchierati. Gli emissari del Pd in questi giorni sono in stretto contatto con l’entourage del professore. L’impostazione ambientalista del programma farebbe storcere il naso alle componenti più centriste, ma su temi scottanti come la Gronda potrebbe essere l’attuale governo a sparigliare le carte. Nel Movimento 5 Stelle la linea ufficiale resta la stessa – niente alleanze coi partiti, solo liste civiche – ma i mal di pancia interni sono ormai fortissimi e dall’alto potrebbero arrivare presto direttive in controtendenza.

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