Economia insanguinata?

Produzione e vendita armi, Amnesty International domani al presidio dei portuali contro guerra in Yemen

Il 21 dicembre alle 15,30 ma manifestazione davanti alla prefettura

Nave delle armi in porto a Genova: la protesta
Foto d'archivio

Genova. Gli attivisti genovesi di Amnesty International Italia (Circoscrizione Liguria) saranno presenti il 21 dicembre 2019 alle ore 15.30 in Largo Lanfranco, davanti alla Prefettura di Genova, nel presidio contro la guerra in Yemen insieme al Collettivo Autonomo dei Lavoratori Portuali di Genova.

Insieme ad altre associazioni, Amnesty International Italia ha rivolto un appello al Governo affinché sospenda immediatamente l’invio di ogni tipo di materiale militare destinato all’Arabia Saudita, invitando le maestranze del porto di Genova a non prestare il proprio servizio per operazioni di carico di merci e materiali militari o di uso duale destinato ai sauditi. Dal 2015 a oggi sono morti oltre 200.000 yemeniti, tra cui civili, vittime del combattimento e della crisi umanitaria.

“Nonostante le montagne di prove sulle gravi violazioni dei diritti umani commesse in quasi cinque anni di conflitto in Yemen – si legge nella nota stampa che accompagna la notizia – diversi stati europei continuano a esportare armi verso la Coalizione, che le usa per bombardare scuole, case e ospedali, in flagrante violazione del Trattato internazionale sul commercio di armi, della legislazione europea e delle stesse norme nazionali”.

A seguito delle proteste di quest’estate nei porti di Genova e Cagliari contro l’imbarco di armi destinate all’Arabia Saudita, il 26 giugno 2019 la Camera dei Deputati ha approvato una mozione che impegna il Governo a “adottare gli atti necessari a sospendere le esportazioni di bombe d’aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile e loro componentistica verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen“.

“Nonostante questo atto – segnala la Responsabile ligure dell’associazione Francesca Bisiani – Amnesty International Italia non ha ancora avuto modo di incontrare il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per discutere il ruolo positivo che l’Italia potrebbe avere nella risoluzione della crisi in Yemen e approfondire le questioni ‘tecniche’ dello stop alle vendite ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi.”

Secondo Amnesty International Italia, le navi Bahri della coalizione saudita che anche dopo il 26 giugno hanno continuato a transitare nel porto di Genova, contribuiscono a rendere l’Italia complice delle violazioni dei diritti umani nello Yemen, violando la legge italiana 185/90 che ratifica il Trattato internazionale sul commercio delle armi (ATT). L’organizzazione per i diritti umani esprime sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici portuali che con la loro disobbedienza civile rifiutano di prestare il proprio lavoro alla guerra, auspicando che i sindacati predispongano misure necessarie per la loro tutela e che sia le istituzioni locali che l’Autorità portuale di Genova manifestino la propria adesione alle loro richieste. Il lavoro di Amnesty International Italia su questo tema prosegue, grazie anche al sostegno di decine di migliaia di cittadini che hanno condiviso e rilanciato le nostre campagne, insieme a: Movimento dei Focolari Italia, Oxfam Italia, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Save The Children Italia, Archivio Disarmo, Medici Senza Frontiere Italia, Comitato Riconversione RWM, Fondazione Finanza Etica.

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