Genova. Mentre le orche sono ancora a Voltri, la biologa marina Sabina Airoldi dell’istituto Tethys risponde sulla sua pagina facebook alla domanda che tutti sui social o magari solo nella propria testa si sono fatti in questi giorni, mentre appariva sempre più chiaro che il cucciolo di orca non ce l’avrebbe fatta. Perché non lo avete salvato prendendolo finché era ancora vivo? Domanda che talvolta sembra accusare gli addetti di non essere sufficientemente preparati.
Ecco la risposta:
“Più che trovarsi impreparati ci si trova impotenti in casi come questo – scrive Sabina – Bisognerebbe sottrarre un piccolo ancora vivo alla madre (posto che ci si riesca…), decidendo a priori che quella sia l’unica possibilità di salvezza, catturarlo, con tutti i rischi che muoia durante la cattura, portarlo in una struttura, cosa al momento non consentita dall’attuale legislazione”
E ancora “tentare di nutrirlo a forza e di curarlo con prelievi e cure in un ambiente a lui sconosciuto, senza la mamma e gli altri individui di riferimento”.
E se mai si salvasse? Se mai…?
“Che vita farebbe in una vasca un animale nato in mare? – dice ancora la biologa – Io ho la mia risposta, a voi la vostra”