Genova. Arrivano nuovi sensori per monitorare l’inquinamento acustico in lungomare Canepa, il tratto della ‘Gronda a Mare’ dove la convivenza con gli abitanti delle case adiacenti è sempre più difficile. Ad annunciarli stavolta è Sviluppo Genova, la società che ha appaltato i lavori appena conclusi.
“Se ci sarà da costruire una galleria o installare barriere fonoassorbenti lo faremo“, assicura il presidente Franco Floris. E proprio questo è l’obiettivo dei residenti che intanto hanno avviato una raccolta fondi per intentare una causa legale. La società incaricata del monitoraggio è Ingenia, una start-up dell’università di Genova che “avrà il compito di effettuare un’analisi e quindi presentare i costi dei possibili interventi”. L’attività dovrebbe iniziare nei prossimi mesi e durerà complessivamente 90 giorni.
Ad oggi chi abita negli appartamenti affacciati sulla nuova strada afferma che è impossibile dormire, problema che si presenta soprattutto in estate quando la calura obbliga a tenere le finestre aperte. Ma gli esiti finali del monitoraggio avviato da Sviluppo Genova potrebbero risultare molto distanti dalla percezione dei cittadini. Da quanto emerge, nel report si terrà conto del minor traffico generato dalla prosecuzione della sopraelevata portuale (i lavori inizieranno nel 2020, ha spiegato lo stesso Floris) e dalla ricostruzione del viadotto sul Polcevera.
“Al momento non escludiamo nessuna ipotesi, sarà Ingenia a fornirci un prospetto delle possibili soluzioni coi relativi costi”, spiega Floris. Allo stato attuale, dunque, non esiste un impegno economico neppure teorico. In passato il sindaco Bucci si era detto disponibile a finanziare barriere o tunnel per limitare l’impatto acustico, ma nei cassetti di Tursi non esiste neppure uno studio di fattibilità. I documenti si limitano agli schizzi, come quello presentato tempo fa dal comitato (foto in copertina).
Un altro monitoraggio era stato annunciato a maggio dall’ex assessore Fanghella. L’incarico era stato affidato a Nettrotter, partner tecnologico di Palazzo Tursi, che avrebbe installato sensori hi-tech e reso disponibili i dati su una piattaforma on-line. I risultati dell’esperimento ad oggi non sono noti.