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Genova saluta le ‘sue’ orche: ora si sono spostate vicino a Savona

"Se dovessero proseguire senza tornare a Genova potrebbe essere indicativo anche del passato momento di lutto per il cucciolo perso due settimane fa"

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Genova. Dopo 17 giorni addio alle orche davanti a Pra’. L’associazione Menkab – Il respiro del mare le ha localizzate vicino a Savona: “Confermiamo la presenza delle orche in zona porto. È probabile che l’inizio dell’inversione termica abbia modificato alcuni parametri e le abbia condotte verso altre zone”, scrivono gli attivisti su Facebook.

Un segnale interpretato come positivo dagli esperti. “Se dovessero proseguire senza tornare a Genova potrebbe essere indicativo anche del passato momento di lutto per il cucciolo perso due settimane fa”, spiegano.

Nei giorni scorsi le orche erano state identificate come provenienti dall’Islanda e la stessa organizzazione ha proposto ieri la teoria che la sosta prolungata non fosse dovuta a malattie ma piuttosto alla ricerca di cibo. “Il team Menkab/Artescienza è uscito in modo da poter comprendere i loro spostamenti e poter così condividere con Capitaneria di Porto”, concludono i ricercatori locali.

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Intanto ieri la Capitaneria di Porto di Genova ha indetto una riunione di coordinamento e aggiornamento che ha visto la partecipazione di tutta la comunità scientifica cetologica genovese e non.

L’analisi delle informazioni disponibili ha portato i partecipanti a condividere la decisione che la soluzione migliore per la salvaguardia delle quattro orche sia di continuare a garantire loro la massima tranquillità possibile, evitando interventi e mantenendo la validità dell’ordinanza emanata dalla Capitaneria di Porto di Genova per limitare l’interferenza tra l’attività di navigazione e la presenza delle orche.

Altre tipologie di intervento valutate attentamente nel corso della mattinata e nei giorni passati, anche confrontandosi con i massimi esperti di orche a livello internazionale, quali il “richiamo” delle orche al largo utilizzando suoni della stessa specie e invitandole quindi a lasciare l’area di permanenza, non sono state ritenute necessarie ma anzi rischierebbero di creare livelli di stress maggiori a questi esemplari di una specie marina protetta.

Tramite controlli effettuati quotidianamente con mezzi navali e aerei, la Capitaneria di Porto è attiva, nell’ambito delle attività di istituto, nella ricerca del corpo del cucciolo dalla cui analisi potranno derivare importanti informazioni sulle cause della morte dello stesso e sul gruppo di animali, così come sottolineato dal Responsabile del C.Re.Di.Ma..

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