Genova. La proposta di creare un fondo per supportare le famiglie delle vittime degli eventi estremi era stata lanciata dall’altare allestito nel cantiere per la messa in memoria dei 43 morti di ponte Morandi, il 14 agosto scorso, a un anno dalla tragedia, ma oltre le rassicurazioni e la solidarietà espresse dalla politica a ogni livello non sono arrivati segnali più concreti.
Tanto che i familiari delle vittime di Ponte Morandi hanno deciso di muoversi autonomamente presentando, attraverso un avvocato, una propria proposta di legge per l’istituzione del fondo. La presentazione è avvenuta nei giorni scorsi a rappresentanti politici di diversi gruppi parlamentari. L’idea, spiega Egle Possetti, presidente dell’associazione dei familiari della vittime di ponte Morandi, è di aiutare economicamente le famiglie.
“Lo Stato dovrebbe legiferare per garantire un immediato sostegno ai parenti di vittime di disastri in modo che non siano costretti a dipendere dai risarcimenti di chi magari ha avuto una responsabilità nella morte del loro congiunto”. Nel caso di ponte Morandi quasi tutti i familiari hanno accettato il risarcimento proposta da Autostrade ma non potranno, per procedura, costituirsi parte civile in aula.
A questo proposito, dopo la notizia che il secondo incidente probatorio con i periti della procura è rinviato a fine aprile, e quindi difficilmente si potranno avere rinvii a giudizio entro la prossima estate, Possetti dice: “Non ci spaventiamo, ci rendiamo conto che la mole di documentazione è enorme, vorremmo che si giungesse in aula con dati verificati in modo autorevole ed è essenziale che il lavoro sia fatto in modo oppugnabile – afferma la presidente del comitato – come ha detto anche il procuratore Cozzi il tempo speso in questa fase iniziale sarà guadagnato nella fase processuale, quindi non siamo scandalizzati da questo allungamento”.