Genova. Dal 56esimo al 45esimo posto. Il capoluogo ligure guadagna posizioni nella classifica della qualità della vita nelle 107 province italiane elaborata ogni anno da Il Sole 24 Ore. Nel 2019 il primato spetta per la seconda volta consecutiva a Milano, ma Genova sale in graduatoria grazie soprattutto all’introduzione di nuovi indicatori che la fanno entrare di straforo nella top ten della sezione “affari e lavoro”, appena dietro a Ravenna e prima di Trento.
Se, infatti, Genova risulta ancora agli ultimi posti per tasso di disoccupazione (9,7%), in particolare giovanile (al 24,2%), è tuttavia l’ottava città d’Italia per numero di imprese straniere (13,8% sul totale di quelle registrate), ha uno dei migliori trend di imprenditoria giovanile (il saldo tra aperture e chiusure di aziende under 35 è pari a zero, in molte altre realtà è negativo) e soprattutto è settima per rapporto tra sofferenze e finanziamenti concessi ai privati. Per dirla con parole nostre, abbiamo meno puffi di tanti altri.
Ma non è tutto. Genova è messa molto male sulla raccolta differenziata (91esimo posto) eppure conquista l’11esima posizione nella graduatoria “ambiente e servizi” risultando eccellente per passeggeri del trasporto pubblico e chilometri percorsi in rapporto agli abitanti. Ottimi anche il clima (18esima) la capacità di depurazione delle acque (16esima). Tantissimi i pediatri in rapporto ai bambini (sesto posto in Italia).
Migliorano le performance per cultura e tempo libero in cui Genova si classifica 13esima (soprattutto per l’offerta di mostre, ristoranti e bar e per l’alto indice di sportività della popolazione), mentre peggiora drasticamente il capitolo sicurezza: Genova è al secondo posto in Italia per incidenti stradali e reati legati agli stupefacenti.