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Agroalimentare ligure, +3,8% di produzione per i regali di Natale, da mangiare e da bere

Tra pesto di Basilico Genovese DOP, vino DOC, acciughe sotto sale IGP e molto altro ancora

vino
Foto d'archivio

Genova. Vola il fatturato degli alimentari e delle bevande che fa segnare un aumento del 3,8% ad ottobre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie anche alla spinta data dal periodo natalizio, dove prodotti alimentari tipici, vini e spumanti, saranno scelti, da mettere sotto l’albero per amici e parenti, da quasi un italiano su tre (30%). Tra pesto di Basilico Genovese DOP, vino DOC, acciughe sotto sale IGP e molto altro ancora, non mancano le grandi eccellenze liguri, acquistate come presenti o per imbandire le tavole di pranzi e cenoni.

E’ come commenta Coldiretti Liguria l’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat sul fatturato industriale, dove emerge che, in un clima di preoccupazione generale, l’agroalimentare mostra un importante segnale positivo, spinto dalla domanda estera con un buon andamento delle esportazioni dei prodotti tipici locali nonostante i dazi, embargo e preoccupazioni per la Brexit, ma anche a livello nazionale. L’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è, infatti, la voce più pesante del budget che le famiglie, anche liguri, destinano alle feste di fine anno, dal Natale al Capodanno.

“Il Natale – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – segna un periodo particolarmente proficuo per il settore agroalimentare, con la spesa degli italiani per i cibi delle feste superiore del 7% ai 131 euro a famiglia messi a budget in media in Europa. Una tendenza che conferma la maggiore attenzione nel nostro Paese alla convivialità a tavola e che spinge il settore a fornire maggiori quantitativi produttivi di qualità. E proprio in questo contesto la spesa agroalimentare è uno speciale indicatore dello stato dell’economia nazionale, e i risultati positivi che si riscontrano sul piano industriale devono trasferirsi ora anche alle imprese agricole ed ittiche dei territori, con una adeguata remunerazione dei prodotti.

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