Genova. “Cian cianin han faeto Zena”… Questo, in succo, il pensiero espresso da Ranieri nel post partita contro l’Atalanta e come non dargli ragione, visto che, bene o male, grazie ad un calcio “sparagnino”, ha collezionato sei punti in cinque partite, contro i tre in sette di Di Francesco.
Indubbiamente il 4-4-2 del mister romano ha dato solidità alla difesa blucerchiata, ben registrata nella coppia centrale Ferrari/Colley, adeguatamente assistita dai due difensori laterali, raddoppiati dai rispettivi compagni di fascia del centrocampo, che ha nel duo Ekdal/Vieira una coppia di frangiflutti, che non sfigurerebbero nella diga foranea del porto.
Il piatto, però, piange “davanti” e lo ha fatto a dirotto, dopo l’uscita di Bonazzoli, unico in grado di dare respiro alla squadra, nei pochi minuti che è rimasto in campo, prima di infortunarsi, in una delle rare azioni degne di nota della Samp di tutta la partita.
Non di meno, il mister fa giustamente da pompiere, quasi adducendo a se stesso la responsabilità della penuria di spunti delle punte, costrette a portare la croce, più che cantare, a causa della disposizione tattica della squadra e della assenza di fantasisti a supportarli.
Che poi questo sia l’autentico pensiero di Ranieri, piuttosto che quello “ad hoc” da esternare in pubblico, è tutto da considerare… Di certo, l’idea che si è fatto, sulle necessità di integrare la rosa, il mister l’ avrà esplicitata a chiare lettere a chi di dovere, in società… cui compete la responsabilità di porre rimedio al mercato estivo, che ha visto le partenze di Andersen, Praet e Defrel, sostituiti da giocatori che, per il momento, il campo lo stanno vedendo poco, tanto è vero che dei quattordici che hanno giocato contro l’Atalanta, l’unico neo acquisto è stato Depaoli (oltre a Bertolacci, preso come svincolato ad ottobre, che è entrato a dieci minuti dalla fine).