Genova. Giovani, anziani, bambini, famiglie, giovani studenti e professionisti con in mano sardine di tutte le dimensioni e di tutti i colori. Sono 8 mila le sardine di Genova, scese in piazza sulla scia della manifestazione di Bologna che si sta replicando in decine di città. “No al sovranismo, al populismo, no all’odio, no al razzismo, no alla discriminazione” dice dalle scale gremitissime Roberto Revelli, che per primo ha lanciato l’evento su Facebook due settimane fa.
Tanti striscioni come quello tenuto in mano dagli organizzatori: “Voi non avete fermato il vento, gli avete fatto perdere tempo” che cita Fabrizio De André . E anche: “Più sardine meno beline” e “Genova non abbocca”. “La Costituzione non è un reato ed è per questo che siamo qua stasera – dicono gli organizzatori – perché ci riconosciamo nei valori della Costituzione, che è il nostro unico slogan. I diritti umani sono indivisibili, o valgono per tutti o non valgono per nessuno”.
Le sardine cantano Creuza de mâ di De André, Bella Ciao e gli Intillimani, ma anche l’inno di Mameli. “Genova è solo antifascista” intona la piazza e quella è l’unica bandiera presente vista la richiesta da parte degli organizzatori di una manifestazione apartitica. In tanti si passano il microfono: “Vogliamo che il diritto all’istruzione, alla sanità, al lavoro, siano per tutti, per tutti, nessuno escluso e siamo qua perché noi non escludiamo nessuno, perché siamo liberi, democratici, e antifascisti”.
Tra loro anche don Paolo Farinella, prete simbolo dell’accoglienza a Genova che aveva ricoperto la porta della sua chiesa a San Torpete con le coperte termiche che vengono date ai migranti salvati sui barconi: “Non voglio annegare in un barile di sardine – dice alla piazza – ma voglio che le sardine anneghino tutto quello che ci sta impedendo di essere un Paese civile”.