Genova. Una bomba pronta a esplodere sotto casa, un fiume in piena che nasce all’improvviso dove in teoria ci sarebbe solo cemento. Storie di ordinario dissesto e incuria recidiva che arrivano da Borgoratti, dove la città risale le colline e si addentra nei meandri della valle Sturla.
Anche stavolta in via Cadighiara, tra il viadotto dell’autostrada e il cantiere dell’autosilo incompiuto, si è ripetuta la stessa scena: un piccolo rio, spesso del tutto silente, è tracimato riversandosi su una scalinata privata e gettando nel panico i residenti di una palazzina a cinque piani che per un’ora sono rimasti bloccati nelle loro abitazioni. Sul posto è intervenuta una camionetta della protezione civile con due volontari che hanno liberato un tombino per far defluire meglio l’acqua.
“Succede ogni volta che piove forte”, racconta Emanuele Ferrigno, residente del civico 20B. Qualche metro sopra l’edificio c’è una stretta buca in cui l’acqua proveniente dal versante dovrebbe cadere per poi infilarsi in un pozzo e scorrere in un canale coperto verso il torrente Sturla. “Dovrebbe” perché oggi, durante l’allerta arancione, l’imbocco della tombatura era ostruito da pietre, fango e detriti. E così il flusso alimentato dalla pioggia incessante ha cambiato direzione, travolgendo un terrazzo privato e la scalinata su cui si affaccia il portone d’ingresso del palazzo. Riconquistando, insomma, il suo spazio naturale invaso dai condomini e dalla strada.
“Di solito quando ci sono solo foglie lo puliamo noi. Ma quando si riempie di terra, ogni volta che arriva un acquazzone il rio viene fuori”, conferma la signora Maura. “Siamo sempre noi del condominio a intervenire – accusa Ferrigno mentre intanto ha smesso di piovere – adesso chiameremo di nuovo una ditta, ma dovrebbe essere il Comune a predisporre i lavori. Un’ora fa le assicuro che non si poteva uscire dal portone, era proprio impossibile”. Il video girato da lui stesso documenta la situazione.
Negli anni scorsi il rigagnolo ha creato danni alle proprietà degli abitanti. “È così almeno dal 2011 – dicono – ma da allora non si è mai fatto nulla. Proprio qualche giorno fa abbiamo contattato ingegneri del Comune e ci hanno detto che avrebbero risolto il problema, ma non li abbiamo più visti né sentiti”.
E così, ecco partire il solito valzer delle responsabilità. Il consigliere delegato alla protezione civile, Sergio Gambino, spiega che “bisogna capire a bocce ferme” e che “probabilmente è tutto un problema dei privati”. Così anche il presidente del municipio Levante, Francesco Carleo, risponde che “bisogna capire se quella parte compete ai condomini o al Comune”. Ma il signor Ferrigno è convinto: “Quel pozzo è del demanio, devono pensarci loro”. Il Pd intanto annuncia un’interrogazione nel prossimo consiglio municipale. A quando la prossima puntata?