Genova. Che fosse ad impatto limitato lo si sapeva, e che il parco di auto e moto private considerate vetuste incidesse poco sulla qualità dell’aria pure, ma a confrontare i dati di misurazione degli inquinanti presenti nell’aria di Genova prima e dopo, evidenzia come l’ordinanza “sia partita male”.
La premessa è che ovviamente quello che andiamo ad osservare non ha alcuna valenza di scienza, che per la sua complessità necessita di un più ampio campionario e un più robusto intervallo temporale, ma sicuramente può aggiungere un dato di micro cronaca sulla narrazione del tema in oggetto.
Prendiamo i NOx, ovvero gli agenti maggiormente inquinanti prodotti dalla combustione dei motori a scoppio: ieri, 4 novembre, ovvero il primo giorno feriale con le limitazioni al traffico in vigore, per le centraline di Acquasola, Corso Firenze, Corso Buenos Aires e via Buozzi (cioè le centraline più prossime all’area interdetta) i livelli di media oraria massima sono stati rispettivamente 42, 35, 46 e 89 microgrammi al metro cubo. Secondo i dati raccolti e pubblicati sul sito di Arpal, per le stesse zone, giovedì 31, le quantità corrispondenti registrate sono state 22, 24, 53 e 42 microgrammi al metro cubo.
Ultimo giorno avanti ordinanza contro primo giorno dopo ordinanza, quindi, con una netta differenza a favore del prima, tranne che per la centralina di corso Buenos Aires. Non una grande performance, quindi. Certo, ieri in porto erano presenti due navi da crociera e quattro traghetti, ma questi erano presenti anche giovedì.
La reale efficacia del cambio inaugurato ieri mattina, certamente, la si misurerà nel medio e lungo periodo, ma va detto che se il buon giorno si vede dal mattino…